sabato 15 giugno 2013

“Trascinami dietro di te, corriamo” (Ct 1,4).


IL CAMMINO DELL'UOMO
p. Attilio Franco Fabris

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LA VITA E’ UNA CORSA

Se l’esistenza umana spesso è paragonata al cammino,
essa si trasforma addirittura in una corsa
quando si vuole esprimere un’obbedienza pressante o una missione urgente:
“Non ritengo la mia vita meritevole di nulla,
purché conduca a termine la mia corsa e il servizio
che mi fu affidato dal Signore Gesù” (At 20,24).

Ma correre può stare ad indicare anche  la gioia di una vita giusta e fedele ai sentieri di Dio:
“Io corro sulla via dei tuoi comandamenti perché tu mi hai dilatato il cuore” (Sal 119,32).
“A coloro che sperano nel Signore spuntano delle ali come aquile: corrono e non sono stanchi” (Is 40,31).

Trasferito nel linguaggio del Cantico dei Cantici
questa tensione di tutta l’esistenza al servizio del Signore
diventa la frenesia della sposa rapita di gioia alla voce dello sposo:
“Trascinami dietro di te, corriamo” (Ct 1,4).

E questo ci rimanda significativamente
alla corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro del Signore il mattino di Pasqua (cfr. Gv 20,4).

In Paolo l’esistenza cristiana questa corsa diventa una gara sportiva
che esige sacrifici e rinunce per riportare la vittoria:
“Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio?
Correte anche voi in modo da conquistarlo!
Però ogni atleta è temperante in tutto, essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile,
noi invece una incorruttibile.
Io dunque corro, ma non come chi è senza meta;
faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria,
anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù
perché non succeda che dopo avere predicato agli altri,
venga io stesso squalificato” (1Cor 9,24-27).

La vita del cristiano è un protendersi verso i beni futuri sperati nella fede:
“Dimentico della via percorsa, proiettato con tutto il mio essere in avanti,
io corro diritto verso la meta per riportare il premio della celeste chiamata di Dio in Cristo Gesù” (Fil 3,12).

Quale gioia per il credente poter dire come Paolo al termine del suo cammino:
Ho combattuto sino alla fine la buona battaglia,
ho terminato la corsa,
ho conservato la fede (2 Tm 4,7).


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