sabato 24 dicembre 2016

La vita non sempre fa male

RISARCIMENTO
La vita non sempre fa male, 
può stracciarti le vele, rubarti il timone,
ammazzarti i compagni a uno a uno,
giocare ai quattro venti con la tua zattera,
salarti, seccarti il cuore
come la magra galletta che ti rimane,
per regalarti nell’ora
dell’ultimo naufragio
sulle tue vergogne di vecchio
i grandi occhi, il radioso
innamorato stupore
di Nausicaa.

Gesualdo Bufalino

saliteci sopra salite


Vi lascio una scala
traballante
incompiuta
con qualche scalino rotto
alcuni marci
e più di uno
intero.
Riparatela
mettetela in piedi
saliteci sopra
salite
fino a toccare la luce.

 

Claribel Alegría 
Estelí, Nicaragua  12 5 1924

venerdì 23 dicembre 2016

E allora si può vivere anche senza


Apro un cassetto, un altro ancora,  poi un armadio.  
Per la miseria! non c’è un filo di  spazio.

Mi dico “dovresti buttar via un po’ di roba” ma proprio non riesco a disfarmi di niente, 
o  meglio,
è insopportabile per me  fare a meno di tutto quello 
che ho desiderato,  che ho  dimenticato e poi cercato, che ha fatto parte dei miei giorni, della mia vita. 

La sindrome dell’abbandono è una condizione 
che ho  vissuto nel momento stesso in cui sono venuta al mondo e, come un imprinting, è rimasto  stampato  per sempre nella mia memoria affettiva.  
Deve essere per questo che  vivo nel terrore  di poter essere separata per sempre, per un motivo o per un altro,  da quello a cui sono più attaccata, fosse anche un oggetto sprofondato e dimenticato  nel più remoto angolo della mia casa.

E dire che  il destino, una mattina,  stabilisce tuo malgrado,  
che puoi fare a meno  di chi  ti ha accompagnato il primo giorno a scuola  e  per un lungo tratto della vita.  
Da un giorno all’altro,  fai a meno di chi,  con la sua voce,  ha scandito il ritmo dei tuoi giorni ed era, ogni mattina,  la sostanza di un altro giorno insieme. 
E allora?

E allora  si può vivere anche senza 
il servizio spaiato da thè della  bisnonna , dei vecchi libri del liceo,  messaggeri d’amore inconsapevoli, tra l’ora di storia e quella di latino. 
Puoi fare a meno delle carte stradali di mezza Europa e  dei disegni sbiaditi di un’estate a Salisburgo. Vivrai lo stesso anche senza  
il  vecchio scialle in cui ogni tanto affondi il viso e  che ha perso ormai  l’odore della pelle di tua madre. 
Vivrai,  comunque,  senza  
le peonie di seta che  comprasti al mercato di Honfleur,  un mattino d’agosto che intorno c’era una luce che abbagliava i tuoi occhi e la tua vita. E  tu fosti tanto  sciocca da  pensare che quell’attimo fosse l’eternità.

Le peonie di Honfleur
Di Annamaria Sessa

giovedì 22 dicembre 2016

ormai più nulla può giovare

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.

Wystan Hugh Auden (York,Inghilterra 21 febbraio 1907 – Vienna, 29 settembre 1973)

mercoledì 21 dicembre 2016

Chissà se tutto fu un autoinganno.

Non prendere molto sul serio
ciò che ti dice la memoria.
Forse questa sera non è mai esistita.
Chissà se tutto fu un autoinganno.
La grande passione
esiste soltanto nel tuo desiderio.
Chi ti dice che non ti racconta finzioni
per prolungare il finale
e per suggerire che tutto questo
aveva almeno qualche senso.

José Emilio Pacheco Berny (Ciudad de México, 30 de junio de 1939)