sabato 14 dicembre 2013

Nel tuo cuore abita la pace eterna. Vorresti infonderla in ogni cuore, vorresti traboccarvi, ma non trovi accesso su questa terra.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA.

È possibile, o Signore, che uno possa rinascere se ha già oltrepassato la metà del corso della vita?
Tu l’hai detto, e in me divenne realtà:
mi liberai del grave peso di colpa e dolore di una lunga vita.
Nel tuo cuore abita la pace eterna.
Vorresti infonderla in ogni cuore,
vorresti traboccarvi,
ma non trovi accesso su questa terra.
Non hanno orecchie per te,
che bussi piano,
con il martello
devi picchiare.
Dopo la lunga notte
appena si fa giorno,
il tuo regno nasce
tra alte grida.

Il Signore preme nel torchio, le sue vesti sono rosse.
Possente, spazza il paese con una scopa di ferro.
Nell’ululato della tempesta annuncia il suo ultimo avvento.
Sentiamo il sibilo potente - il Padre solo sa quando.

Chi ci condurrà
dalla notte alla luce?
Come finirà il terrore?
Dove il tribunale colpirà i peccatori?
Quando si volgerà il destino?
Sul Monte degli Ulivi,
mentre sudava sangue,
lottava con il Padre
e lo scongiurava,
a lui toccò la vittoria
e si decise il destino del mondo.
Là gettatevi a terra
a pregare
e non chiedete più
chi? come? dove? quando?

venerdì 13 dicembre 2013

Tu vieni e vai, ma in me lasci un seme ch’è come un pegno di futura gioia


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA.

Che cosa sarebbe la preghiera della Chiesa
se non il dono d’amore a Dio, che è l’amore stesso?
Il tuo sguardo amoroso nel mio affondi
porgi l’orecchio,
ai deboli sussurri
e il cuor ricolmi di profonda pace.
Ma il tuo amore di ciò non è ancor pago
che in tal scambio resta divisione
e intimità maggiore il cuore agogna.
Passa la carne tua per la mia carne
l’anima tua con la mia si salda
quel ch’ero prima già io più non sono.

Tu vieni e vai, ma in me lasci un seme
ch’è come un pegno di futura gioia
seme nascosto nella mortal carne.

giovedì 12 dicembre 2013

In questo modo ha trasformato la liturgia del Vecchio Testamento in quella del Nuovo Testamento.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA.

Nella nostra vita si deve far posto al Salvatore eucaristico,
affinchè possa trasformare la nostra vita nella sua vita.
Si pretende troppo?
La preghiera della Chiesa è la preghiera del Cristo vivente.
Il suo modello è la preghiera di Cristo durante la sua vita terrena.
Cristo ha partecipato alle funzioni religiose pubbliche del suo popolo,
le ha messe in strettissimo rapporto con la sua offerta sacrificale,
dando loro così un senso pieno e specifico
- quello per cui la creazione rende grazie al creatore.
In questo modo ha trasformato
la liturgia del Vecchio Testamento
in quella del Nuovo Testamento.
Le preghiere solenni che innalzano i monaci,
bocca sonante della Chiesa,
incorniciano la santa vittima,
incorniciano anche,
compenetrano e santificano ogni altro lavoro giornaliero,
cosicché preghiera e lavoro diventano un unico «opus Dei», un’unica «liturgia»
Le loro letture dalla Sacra Scrittura, dai Padri della Chiesa,
dai testi liturgici e dalle encicliche dei suoi Pastori
sono un grande e continuo inno di lode all’opera della provvidenza
e alla progressiva realizzazione del piano eterno di Dio.
I loro canti di lode mattutini chiamano a raccolta l’intera creazione,
perché si unisca nella lode del Signore:
monti e colline, fiumi e torrenti, mari e venti, pioggia e neve, tutti i popoli della terra.


mercoledì 11 dicembre 2013

«Questo è il pane di vita, disceso dal cielo». In chi lo fa diventare davvero pane quotidiano, si manifesta ogni giorno il mistero del Natale, l’incarnazione della Parola.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA.

Il Signore sa che siamo uomini e che rimaniamo uomini,
che ogni giorno devono combattere con le proprie debolezze,
e viene in aiuto alla nostra umanità in maniera veramente divina.
Come il corpo terreno ha bisogno del pane quotidiano,
così anche la vita divina in noi esige un continuo nutrimento.
«Questo è il pane di vita, disceso dal cielo».
In chi lo fa diventare davvero pane quotidiano,
si manifesta ogni giorno il mistero del Natale,
l’incarnazione della Parola.
E questa è certo la via più sicura:
mantenere costante l’unione con Dio,
crescere ogni giorno con sempre maggiore saldezza,
profondità nel corpo mistico di Cristo.
So bene che a molti ciò sembrerà una richiesta troppo radicale.
Praticamente, significa per la maggior parte dei casi,
 se si comincia da capo, una trasformazione di tutta la vita esteriore ed interiore.
Ma deve proprio essere così!

martedì 10 dicembre 2013

Affinchè l’intera vita umana sia compenetrata dalla vita divina, non basta inginocchiarsi una volta all’anno davanti al presepe e farsi prendere dall’incanto della notte santa.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA.

Il regno del re divino è risultato diverso
da come lo avevano raffigurato i Salmi e i Profeti.
I romani restarono signori del paese
e i sommi sacerdoti e gli scribi continuarono a tenere il popolo sotto il loro giogo.
Chi apparteneva al Signore portava invisibile in sé il regno dei cieli.
Non gli fu tolto il suo fardello terreno,
anzi gliene furono affidati degli altri;
ma ciò che aveva in sé era una forza possente
che rendeva dolce il giogo e leggero il peso.
Il bambino divino è diventato un maestro
e ci ha insegnato che cosa dovevamo fare.
Affinchè l’intera vita umana sia compenetrata dalla vita divina,
non basta inginocchiarsi una volta all’anno davanti al presepe
e farsi prendere dall’incanto della notte santa.
Bisogna stare per tutta la vita in contatto quotidiano con Dio,
ascoltare le parole che lui ha detto.
Occorre soprattutto pregare,
come il Signore stesso ci ha insegnato
e come con insistenza ci ha sempre di nuovo raccomandato di fare.
«Chiedete e vi sarà dato».
Questa è la sicura promessa che si sarà esauditi.
E chi ogni giorno dice con tutto il cuore il suo
«Signore, sia fatta la tua volontà»,
può essere certo di non tradire la volontà divina
anche se non ha più alcuna certezza personale.

lunedì 9 dicembre 2013

Nella vita del Signore le ore più” felici furono certamente quelle da lui trascorse nel silenzio della notte, in solitario dialogo col Padre.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA

La dedizione a Dio, illimitata e piena d’amore,
e la risposta divina a quest’amore,
l’unione piena e duratura:
questo è lo stato più alto che ci sia accessibile,
il più alto livello della preghiera.
Coloro che lo hanno raggiunto sono veramente il cuore della Chiesa:
in loro vive l’amore sacerdotale di Gesù.
Insieme con Cristo, sprofondati in Dio,
non possono fare altro che irradiare negli altri cuori l’amore di Dio di cui sono pieni
e collaborare così affinchè tutti si completino nell’unità in Dio.
Nella vita del Signore le ore più” felici furono certamente
quelle da lui trascorse nel silenzio della notte, in solitario dialogo col Padre.
Ma esse furono soltanto una pausa di respiro dopo un’attività febbrile
che lo poneva in mezzo al tumulto degli uomini
e gli mostrava giorno per giorno e ora per ora
il triste impasto della debolezza, della bassezza e della cattiveria umana,
porgendoglielo come un miscuglio di fiele ed aceto.
Non sappiamo e non dobbiamo chiedere prima del tempo
dove ci vuole condurre su questa terra il Figlio di Dio.
Sappiamo solo questo:
che per coloro che amano il Signore, tutto si volge al bene.
E inoltre che le vie del Signore oltrepassano i confini di questa terra.
Oh, miracoloso scambio!
Il creatore del genere umano ci dona la sua divinità assumendo un corpo umano.

domenica 8 dicembre 2013

Ogni autentica preghiera è preghiera della Chiesa


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 4. - VIVERE IN MANIERA EUCARISTICA

Gesù non ha solo partecipato alle funzioni religiose pubbliche e prescritte.
Forse ancora più di frequente,
i Vangeli raccontano di preghiere solitarie nella quiete notturna,
sulla cima indisturbata delle montagne, nel deserto, lontano dagli uomini.
Quaranta giorni e quaranta notti di preghiera precedettero la vita pubblica di Gesù.
Prima di scegliere e di inviare i dodici apostoli,
si ritirò in preghiera nella solitudine delle montagne.
Nelle ore trascorse sul Monte degli Ulivi,
si preparò a salire il Golgota.
Che cosa disse al Padre in quelle difficili ore della sua vita,
ci è stato rivelato in poche brevi parole:
parole che ci sono state date
per guidarci nelle ore in cui anche noi saliremo sul nostro Monte degli Ulivi.
«Padre, se puoi, allontana da me questo calice.
Ma sia fatta la tua volontà, non la mia!».
Queste parole sono come un lampo
che per un istante illumina la vita più profonda dell’anima di Gesù,
l’insondabile mistero del suo essere divino ed umano
e del suo dialogo con il Padre.
Non si tratta di contrapporre
la preghiera interiore,
libera da tutte le forme tradizionali,
in quanto devozione «soggettiva»,
alla liturgia,
come preghiera «oggettiva» della Chiesa.
Ogni autentica preghiera è preghiera della Chiesa:
attraverso ogni vera preghiera accade qualcosa nella Chiesa
ed è la Chiesa stessa che prega,
perché in lei vive lo Spirito Santo,
che in ogni singolo «prega per noi con indicibili gemiti».
Proprio questa è la «vera» preghiera:
perché «nessuno può dire Signore Gesù,
se non nello Spirito Santo»...