sabato 3 agosto 2013

La compassione è quell’affetto dolce ma allo stesso tempo penoso, grazie al quale si sentono in noi le sofferenze e i mali degli altri, come se fossero propri.


Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE


12. E’ misericordioso e compassionevole.
Alla capacità di riconoscere se stessi come peccatori si associa la compassione,
che è uno dei fondamentali elementi dell’amore vero, testimoniato da Cristo.
La compassione è quell’affetto dolce ma allo stesso tempo penoso,
grazie al quale si sentono in noi le sofferenze e i mali degli altri, come se fossero propri.
Padre Cleopa si esprime così:
“Dicono i santi Padri
di non condannare e,
anche nel caso che tu veda qualcosa,
di non crederci.
Ma, se credi senza vedere,
questo significa ancora di più che sbagli davanti a Dio.”
La compassione fa sentire il padre spirituale responsabile di coloro
che gli aprono il loro cuore e si affidano a lui.
La compassione è l’amore per eccellenza,
che si traduce anche in disponibilità
in ogni momento,
in una grande pazienza,
in profonda dolcezza e indulgenza.
I santi,
fa notare san Doroteo di Gaza,
“non odiano il peccatore,
non lo giudicano,
non lo sfuggono.
Al contrario,
lo compatiscono,
lo esortano,
lo consolano,
lo curano come un membro malato;
fanno di tutto per salvarlo”.

venerdì 2 agosto 2013

non esiste un attimo in cui noi non pecchiamo davanti a Dio e perciò non c’è un attimo nel quale non abbiamo bisogno del suo aiuto


Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE



11. Il padre spirituale rimane conscio della propria verità di essere peccatore.
“Un fratello disse al padre dopo essersi confessato: ‘Padre, non mi dimenticare nelle tue preghiere, perché sono un grande peccatore!’
‘Dio!’, disse il padre.
Poi continuò sottovoce, come se parlasse con se stesso:
‘Io sono peggio di te!’”
Dentro di noi bisogna avere e custodire la certezza,
“che non esiste un attimo in cui noi non pecchiamo davanti a Dio
e perciò non c’è un attimo nel quale non abbiamo bisogno del suo aiuto.”

giovedì 1 agosto 2013

Questa impassibilità non significa assenza di sofferenza e di sensibilità, e neanche assenza di pensieri cattivi che si presentano allo spirito e che non possiamo evitare, ma la forza interiore capace di resistere alle passioni, che nasce dalla carità.


Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

10. L’accompagnatore dev’essere di cuore puro.
San Giovanni Climaco dice che
“il medico deve essere completamente spogliato dalle passioni”.
Ed esclama:
“Beati i medici che non sono soggetti alle nausee e i superiori che possiedono l’impassibilità”.
E’ l’impassibilità che permette al padre spirituale
di essere illuminato da Dio nella sua funzione,
di ricevere la luce dallo Spirito senza l’aiuto del quale
non potrebbe essere un terapeuta efficace e una guida autentica.
Questa impassibilità non significa assenza di sofferenza e di sensibilità,
e neanche assenza di pensieri cattivi
che si presentano allo spirito e che non possiamo evitare,
ma la forza interiore capace di resistere alle passioni,
che nasce dalla carità.
Dice infatti Massimo il Confessore:
“Se amiamo sinceramente Dio, la nostra stessa carità scaccia le nostre passioni”.


mercoledì 31 luglio 2013

L’accompagnatore ha il carisma del discernimento spirituale


Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

9. L’accompagnatore ha il carisma del discernimento spirituale.
Come vedremo,
l’oggetto del colloquio spirituale è principalmente
la rivelazione dei pensieri del discepolo alla guida spirituale.
Il male si trasforma spesso
in “angelo di luce” (2Cor 11,14)
e nella vita spirituale
gli inganni e le illusioni moltissimi.
Per evitarli non c’è altro modo di rivelare i pensieri alla guida spirituale,
che deve avere la capacità di discernere.
I figli spirituali,
rivelando i pensieri al padre/alla madre spirituale
imparano progressivamente anch’essi quest’arte del discernimento,
ma che rimane sempre difficile quando si riferisce a se stessi,
perché vi interferisce l’ostacolo principale
che si oppone alla volontà di Dio, cioè la “volontà propria”.


martedì 30 luglio 2013

I consigli vanno sempre personalizzati



Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

8. I consigli vanno sempre personalizzati,
per cui bisogna tener conto dell’età della persona
e dell’età della sua maturazione spirituale
per poter adattare il cammino e i consigli spirituali.
Per questo san Paolo distingue il nutrimento a seconda delle persone che ha davanti:
“Vi ho nutrito con il latte...” (1Cor 3,2).
Infatti, una delle caratteristiche fondamentali del padre spirituale
che cerca di dare consigli di vero aiuto è che tale consiglio
“è perfettamente adattato alla personalità del malato,
alla sua situazione particolare, al suo stato e alle sue disposizioni attuali”.
San Giovanni Climaco così si esprime:
“Talvolta, ciò che è rimedio per uno è veleno per l’altro;
e, qualche volta, ciò che si amministra a una stessa persona le serve di rimedio
se cade al momento opportuno,
ma dato in controtempo diviene veleno”.
Per questo occorrono il riferimento alla Tradizione dei Padri,
l’esperienza personale,
la capacità del discernimento spirituale e
l’ispirazione dello Spirito Santo per la persona concreta.


lunedì 29 luglio 2013

L’accompagnatore dovrebbe manifestare una presenza spirituale soprattutto nei momenti di grandi tribolazioni causate dalle tentazioni, che si presentano prima di tutto attraversi i dubbi e poi suscitando sentimenti cattivi, distruttivi.



Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

7. Il padre spirituale agisce anche con l’esempio della propria vita.
Cercando di conformarsi alla volontà di Dio,
mostra ai suoi figli attraverso le sue azioni,
i suoi atteggiamenti e modi d’essere come ci si deve conformare,
e questo esempio possiede un’efficacia tale da trasformare coloro
che entrano in contatto con lui, fino a manifestarsi con la semplice presenza:
Si racconta infatti di Antonio:
 “Tre padri avevano costume di andare ogni anno dal beato Antonio;
due di loro lo interrogavano sui pensieri e sulla salvezza dell’anima;
il terzo invece sempre taceva e non chiedeva nulla.
Dopo lungo tempo,
il padre Antonio gli dice:
‘E’ tanto ormai che vieni qui e non mi chiedi nulla’.
Gli rispose:
‘A me, padre, basta il solo vederti’”.
L’accompagnatore dovrebbe manifestare una presenza spirituale
soprattutto nei momenti di grandi tribolazioni causate dalle tentazioni,
che si presentano prima di tutto attraversi i dubbi
e poi suscitando sentimenti cattivi, distruttivi.
Ci vuole una grande pazienza in questi momenti,
anche non consolando mai queste persone,
a partire da noi stessi,
perché davvero solo Dio salva.
Bisogna aspettare che la persona di nuovo abbracci i pensieri di Dio
i quali, a loro volta, faranno nascere anche i sentimenti spirituali.
Se non aspettiamo l’azione dello Spirito Santo,
rischiamo di prevenire con i nostri sentimenti,
e a questo punto, la persona facilmente si aggrappa ai suoi sentimenti,
e allora lo Spirito Santo non potrà più agire.
In questo modo diventiamo noi protagonista,
impediamo addirittura l’agire dello Spirito Santo.
Se invece sappiamo aspettare,
nella persona avviene la novità dello Spirito Santo
e allora adesso potremmo anche abbracciare tutti,
perché l’abbraccio diventa
l’espressione della vittoria dello Spirito Santo dentro di noi
e non la sostituzione.
E’ Dio che “vuole aiutare le persone ad andare oltre se stesse.
L’uomo passa attraverso la scuola spesso dura della pedagogia divina,
deve imparare ad appoggiarsi non al proprio sapere
ed alla propria esperienza,
ma solo a Dio”.

domenica 28 luglio 2013

la stessa guida si lasci guidare da un’altra guida



Marina Štremfelj
Centro Aletti

LE QUALITA’ DELL’ACCOMPAGNATORE SPIRITUALE

6. Occorre anche che la stessa guida si lasci guidare da un’altra guida,
per continuare l’esperienza di essere continuamente un figlio, un discepolo.
Mosè era una guida guidata.