sabato 4 gennaio 2014

La formazione permanente è dunque quel paradigma di fondo, quell'atteggiamento costante della persona nella sua sempre più totale apertura al suo Signore e Salvatore


Parla di ritmo e non di ordine; 
difatti formarsi non significa semplicemente ordinare la vita. 
Si mettono in ordine le cose morte, ma l'organismo avanza sul ritmo. 
Il ritmo è l'ordine delle persone, delle persone vive. 
Questo ritmo ha certamente alcuni elementi fermi che possono essere anche nominati ordine, ma quell'aspetto concreto e immediato che armonizza la persona, la integra e la fa esprimere e realizzare come totalità è il ritmo. 
E Cencini evidenzia il ritmo liturgico che è il ritmo della salvezza. 
La formazione permanente è dunque quel paradigma di fondo, 
quell'atteggiamento costante della persona nella sua sempre più totale apertura al suo Signore e Salvatore. 
Il fondamento è la creazione stessa della persona, anzi è la redenzione nella quale la persona coglie questa sua verità e il cammino è aperto fino all'escatologia. 
Perciò in questo cammino rientrano autentici elementi dell'esercizio spirituale che abbraccia un ampio raggio di attività spirituale, dalla purificazione e dunque dall'acquistare la vita divina e il suo gusto fino all'arte della custodia.
Leggendo questo testo con gli occhi di un cristiano d'Oriente, mi sembra che l'approccio della teologia e spiritualità dell'Oriente cristiano potrebbero venire incontro allo sforzo e alla ricerca all'interno di una psicologia aperta allo spirituale assai più significativamente che un 'impostazione strettamente occidentale. 
Non vorrei qui minimamente contrapporre queste due tradizioni, né idealizzare o catalizzare una di esse. 
Questo tempo è già passato. 
Oggi, come dice Giovanni Paolo II, 
urge un incontro che si traduca in creatività per poter offrire cibo ai nostri contemporanei onde nutrire la loro fame di verità e di vita spirituale. 
Ma mi sembra di capire proprio da questo tempo che una psicologia che considera seriamente la spiritualità esige la teologia come campo su cui si può giungere a una sintesi. 
Solo che forse richiede una teologia più integra, più sapienziale, più agile in un linguaggio dei simboli.

venerdì 3 gennaio 2014

Il tempo veniva considerato e trovava il suo vero significato nella liturgia, perché la liturgia è esattamente la perpetua santificazione del tempo, cioè nella liturgia l'uomo vive in pienezza il suo senso, la sua vocazione e la salvezza.


La "trovata" più straordinaria di questo testo è certamente la visione del tempo... 
egli fa vedere le possibili vie dell'integrazione personale spirituale nel senso autentico del termine, fino al tempo compiuto. 
Gli antichi padri spirituali vedevano il tempo come un dono di Dio affinché l'uomo possa realizzare la volontà di Dio che è l'amore di Dio. 
Dunque il tempo come processo di santificazione tramite la propria vocazione. 
Il tempo veniva considerato e trovava il suo vero significato nella liturgia, perché la liturgia è esattamente la perpetua santificazione del tempo, cioè nella liturgia l'uomo vive in pienezza il suo senso, la sua vocazione e la salvezza. 
Nella liturgia il tempo disteso e quello concentrato si toccano, creano un tutt'uno. 
In questa maniera la liturgia trasforma ogni tempo sull'impronta del tempo di Cristo. Quello che impedisce all'uomo di vivere la propria vocazione come amore è l'autoaffermazione della nostra individualità, è il principio della possessione, della ribellione. 
Ma è proprio la liturgia, dove si celebra la salvezza e si è coinvolti in essa, il luogo privilegiato della realizzazione della propria vocazione. 
Questo vuol dire che in senso stretto la liturgia sconfina il suo stesso spazio e in senso lato si realizza nell'universo. 
Ebbene, ciò che Cencini propone nel suo libro è esattamente 
questa dinamica complessa 
tra la vocazione, la santificazione, la perfezione, il peccato, l'inadeguatezza... 
Ma tutta questa dinamica riesce a collegarla all'evento della morte e risurrezione di Cristo, che diventa non un modello ma una chiave di lettura, un'ispirazione costante, un'energia divina che agisce in noi, il vortice che coinvolge e attira tutto l'universo di ogni persona e della comunità. 
Chi cercasse in questo libro delle facili tecniche per le soluzioni dei problemi concreti nel cammino formativo rimarrà deluso. 
La nostra era è certamente segnata dalla tecnica, dalla tecnologia, e si è abituati sempre a cercare un approccio tecnico in quanto pian piano abbiamo ridotto quasi tutto a una tecnica. 
Cencini è molto concreto, soprattutto in alcune parti del libro, ed è ricco di spunti e suggerimenti concreti, ma non tecnici, non come alle volte si è abituati da taluni corsi di formazione donde si torna quasi con delle soluzioni meccaniche da mettere in pratica. 
Egli non perde mai di vista 
che l'antropologia teologica è difatti dinamica
che il cammino della persona umana è una realtà organica, 
che l'evento della Pasqua non è una formula.

giovedì 2 gennaio 2014

la formazione...non può essere considerata lusso di alcuni, privilegio di altri; ma è l'impianto di fondo sul quale si gioca per la vita o per la morte.


Il respiro della vita 
La grazia della formazione permanente -2002
Amedeo Cencini


Le parole della prefazione che seguono rivelano il fulcro  dove si trovano le coordinate e le categorie della formazione permanente
la questione della fede è una questione di
 progressiva adesione a Cristo, un Cristo oggettivo, 
quello manifestato nell'evento della sua Pasqua. La formazione è come il respiro, senza di esso si muore così come si è deformati se non ci si forma sempre.




Padre Cencini in questo libro 
apre l'oggettività della vita 
al suo vero evento fondante 
che è quello della passione, morte e risurrezione di Cristo. 
Questo evento diventa il fondamento di tutta 
l'esistenza della persona umana e di tutto l'universo. 
Non è una questione teorica; 
difatti il libro mette molto in evidenza 
che la questione della fede è una questione 
di progressiva adesione a Cristo, un Cristo oggettivo, 
quello manifestato nell'evento della sua Pasqua. 
In questa progressiva adesione al Figlio, 
in questa cristoformità progressiva, 
sono poste le coordinate e le categorie della formazione permanente. 
Perciò è evidente che non può esserci formazione intesa 
come un periodo della vita, 
come una revisione di un periodo di vita; 
non può essere considerata lusso di alcuni, 
privilegio di altri; 
ma è l'impianto di fondo sul quale 

si gioca per la vita o per la morte. 

Ecco la formazione come respiro. 

Non respirare significa morire, 

non avere la formazione significa essere "deformati".

mercoledì 1 gennaio 2014

una grande sintesi sulla formazione che, sì, usa prevalentemente un linguaggio tipico della psicologia, ma dischiude gli orizzonti sulla sfera prettamente spirituale e teologica


Il respiro della vita 
La grazia della formazione permanente -2002)
Amedeo Cencini


Sempre con le parole di P. Marko Rupnik vediamo come il nostro autore innova la psicologia applicata alla formazione. Scopre i limiti della psicologia che, superandoli con la considerazione dello Spirito che vivifica, scende con scandaglio nel Mistero all'interno dell'uomo stesso e offre il suo contributo per una più piena, integra vita umana.



Ci sono state euforie con veri e propri psicologismi. E ancora oggi in alcune zone geografiche, 
o in alcune sfere della Chiesa, sembra che la psicologia abbia rimpiazzato la vita spirituale, la teologia spirituale, 
in modo che si potrebbe considerare la psicologia 
quasi come una spiritualità secolarizzata
Padre Cencini con questo testo presenta 
una grande sintesi sulla formazione 
che, sì, usa prevalentemente un linguaggio tipico della psicologia, 
ma dischiude gli orizzonti sulla sfera prettamente spirituale e teologica. 
Lo fa in modo organico, evidentemente non preoccupato di apparire perfetto nella sua sintesi, ma preoccupato di essere vero e dire ciò che è imbevuto della vita, che è reale. 

Penso che lo stesso sviluppo del percorso di padre Cencini possa diventare -analogamente al percorso di Florenskij in matematica e di Bulgakov in economia - 
un percorso costruttivo per molte persone di oggi 
che sentono familiare il mondo della psicologia. 
Una psicologia, 
dunque, che è sempre più conscia 
dei suoi limiti, delle sue illusioni e inganni 
se non considera lo spirito
come il suo fondamento vitale e vivificante. 
Una psicologia 
che trova la sua ragione d'essere e dunque riscopre la sua vitalità 
in un momento in cui culturalmente è ormai in crisi 
proprio perché scopre il suo fondamento, 
che affonda negli abissi del Mistero all'interno dell'uomo stesso. 
Una psicologia 
che si scopre dialogica in riferimento allo Spirito, 
all'inabitazione dello Spirito Santo nella persona umana, 
e dunque una psicologia 
che senza complessi e fobie davanti al mondo divino e spirituale 
offre il suo contributo per una più piena, integra vita umana.

martedì 31 dicembre 2013

Attraverso la prassi ci si eleva alla teoria


Il respiro della vita 

La grazia della formazione permanente -2002)
Amedeo Cencini

Dalla prefazione di P. Marko Rupnik presentiamo l'autore che viene accostato a due teologi orientali che partendo dalla pratica scientifica giungono alla Teologia: percorso utile  a noi occidentali perchè viviamo in un'epoca moderna che ha estromesso il pensiero filosofico cristiano che innervava la cultura di epoche precedenti. Il pensiero scientifico si è preso tutti gli spazi cancellando così lo spirituale. L'aspetto spirituale è fondamentale per una formazione completa. Lo vedremo presto.


L'autore di quest'opera 
è padre Amedeo Cencini, 

autore di diversi libri, 

uomo ormai di grande esperienza nell'accompagnamento delle persone 

e uno dei massimi rappresentanti della psicologia nel campo spirituale formativo

e non solo in Italia. 



Leggendo questo libro e ripensando ai suoi primi testi 

mi veniva spesso in mente Pavel Florenskij. 

Oserei dire che 

con lo psicologo Cencini sta succedendo ciò 

che è successo con il matematico Florenskij. 

Florenskij era uno scienziato e grande matematico. 

Nelle sue ricerche della matematica teorica Florenskij 

si avvicina sempre più alle soglie del Mistero. 

Lui comprende che la matematica, 

essendo una realtà delle relazioni

può esistere solo su una realtà relazionale vera, 

cioè veramente esistente, proprio perché viva. 

Florenskij comprende che 

le relazioni matematiche difatti possono esserci ù

e possono non essere semplicemente illusione e proiezione intellettuale 

proprio perché 

il fondamento di tutta la vita 

e tutto l'esistente sono le libere relazioni delle tre Persone divine. 

Florenskij giunge al mistero teologico tramite la matematica

così come un altro grande del XX secolo, 

Sergej Bulgakov, 

giunge alle vette della teologia dogmatica dall'economia. 

Personaggi come questi sono interessanti per una cultura europea 

che ormai non è più consolidata su una conoscenza della filosofia cristiana 

come trampolino alla teologia e alla spiritualità. 

Anzi oggi si dimostra assai sterile 

un approccio alla fede che vuole procedere in questo modo, 

pensando che questa è la verità, 

la si spiega 

e poi si cerca di viverla. 

Un celebre assioma dei Padri recitava: 

«Attraverso la prassi ci si eleva alla teoria». 

Ossia si parte dalla vita, 

tramite la purificazione si arriva alla contemplazione.

lunedì 30 dicembre 2013

nella liturgia l'uomo vive in pienezza il suo senso, la sua vocazione e la salvezza.

Confesso che avrei voluto iniziare il discorso sulla formazione tempo fa, ma i tempi liturgici erano un'occasione di formazione troppo importante e fondamentale per il nostro discorso. Se avessi fatto altrimenti, avrei contraddetto ciò che è stato ribadito dall'autore nel primo libro che prenderemo come guida :  Amedeo Cencini Il respiro della vita La grazia della formazione permanente (2002). Pertanto, per chiarire il mio pensiero,  prendo a prestito le parole di P. MARKO RUPNIK SJ che incontro nella prefazione del libro sopraccitato.


Gli antichi padri spirituali vedevano 
il tempo come un dono di Dio 
affinché l'uomo possa realizzare la volontà di Dio 
che è l'amore di Dio. 
Dunque 
il tempo 
come processo di santificazione 
tramite la propria vocazione. 
Il tempo 
veniva considerato e trovava il suo vero significato nella liturgia, 
perché la liturgia è esattamente la perpetua santificazione del tempo
cioè nella liturgia l'uomo vive in pienezza 
il suo senso, la sua vocazione e la salvezza...
è proprio la liturgia

dove si celebra la salvezza e si è coinvolti in essa, 

il luogo privilegiato della realizzazione della propria vocazione. 

domenica 29 dicembre 2013

narrare con il linguaggio della nostra cultura in continuo mutamento la perenne «buona notizia» che riguarda tutta l’umanità:


Sì, 
cosa pensiamo davvero quando diciamo «Natale»? 
Riscoprire e riaffermare i connotati più propriamente cristiani della festa 
- il Dio che si è fatto uomo perché ha tanto amato il mondo - 
non significa rinchiudersi in un ghetto esclusivo, 
ma mostrare inedite capacità di narrare 
con il linguaggio della nostra cultura in continuo mutamento 
la perenne «buona notizia» 
che riguarda tutta l’umanità: 
la nascita di Gesù 
è abbraccio tra giustizia e verità, 
è incontro fecondo tra cielo e terra, 
è speranza e promessa di pace e di vita piena.

Enzo Bianchi
Da La Stampa, 24 dicembre 2010