Marina Štremfelj
Centro Aletti
Il colloquio spirituale è un’arte
che prende le dimensioni e i colori
della sapienza dell’ascolto e della comunicazione
“Strumento precipuo di formazione è il colloquio personale
da tenersi con regolarità e con una certa frequenza,
come consuetudine di insostituibile e collaudata efficacia”
(Vita Consecrata, 66)
INTRODUZIONE
1. Oggi, forse più che, mai si nota un grande bisogno, una vera e propria sete
di
persone che
sappiano mettersi in ascolto dell’altro,
capaci di offrire consigli di vita,
di dire quella parola che sa toccare i cuori nel profondo
e aiuta a riprendersi anche nei momenti più difficili.
C’è bisogno
di persone spirituali,
piene di vita, di bontà, di amore,
capaci di suscitare la vita, la bontà, l’amore anche negli altri.
Abbiamo bisogno
di persone tranquille,
che non hanno paura per se stesse,
che non contano su se stesse,
ma si affidano pienamente allo Spirito Santo:
solo queste persone possono partorire figli spirituali.
Pavel Evdokimov definisce addirittura come
una categoria di santità la protezione materna,
e anche san Serafino di Sarov afferma che
la prima qualità di uno starets è l’amore materno verso coloro che guida.
Così si esprime: “Devi essere per gli altri come una madre”.
Noi crediamo che, dove è presente l’amore,
lì c’è Dio (cf 1Gv 4,8).
E se il padre o la madre spirituali aiutano veramente gli altri a trovare la fonte dell’amore,
significa che essi generano figli per Dio:
ecco la fecondità spirituale.
Senza l’amore,
l’uomo non può conoscere Dio che è Amore.
E allora è veramente grande il contributo delle persone spirituali
che aiutano l’uomo contemporaneo,
spesso così confuso e sofferente a causa di una vita divisa.
D’altra parte, proprio per questo l’uomo di oggi è così bisognoso di trovare il luogo interiore
dove può sentirsi amato
e dove può vivere la comunione con gli altri recuperando una dimensione relazionale,
rinnovando la relazione spezzata.
Anche nel passato i religiosi “erano soprattutto padri e madri spirituali proprio
perché l’uomo contemporaneo è ferito nelle relazioni interpersonali
e ciò costituisce un grosso handicap per la conoscenza di Dio.
L’uomo ha bisogno di incontrare uno con cui instaurare relazione sana...,
perché Dio è relazione.”
Questo incontro favorisce la nascita di una vera comunione
che, di conseguenza, fa nascere pure la speranza concreta e reale
per un mondo rinnovato,
per un mondo escatologico
dove finalmente regneranno la Verità, l’Amore, la Bellezza.
Ecco
l’ambito privilegiato per poter generare persone predisposte ad incontrarsi con Dio.
In questo contesto, si può forse sottolineare in modo particolare il ruolo della donna
che, fin dalla creazione, ha ricevuto un compito preciso da parte di Dio:
essere di aiuto all’uomo, un aiuto
che, in maniera peculiare e speciale,
va compreso come capacità di creare le relazioni
e di portare le persone a vivere la comunione.