lunedì 2 giugno 2014

C'è sempre un no da dire a qualcuno e a qualche cosa, perché c'è sempre un sì da dire all'Altro e a quanto Egli promette


«Substine et abstine»

«Resisti e astieniti», frase attribuita al filosofo greco Epitteto.
è una divisa stoica che il cristiano
può e deve accettare come un momento propedeutico,
onde aver l'occhio più chiaro e il cuore più pronto per il Regno di Dio.
C'è sempre un no da dire a qualcuno e a qualche cosa,
perché c'è sempre un sì da dire all'Altro e a quanto Egli promette.

Il Vangelo è tutto fuorché una parola negativa:
è vita, fuoco, fermento, passione divina.
Gesù non è venuto a distruggere la città degli uomini
- non eripit mortalia qui regna dat coelestia -

«Non toglie i regni umani colui che dà il regno dei cieli»; si tratta di un brano
dell'inno per i vespri dell'Epifania nel Breviarium romanum.

ma a costruire, per mezzo degli uomini e con le cose degli uomini,
la città di Dio.
Ne ha disegnato i contorni,
tracciate le strade,
imprestati i mezzi,
esaltata la bellezza.
Soltanto in vista del Regno
è umana la richiesta del sacrificio.
- Propter Regnum Dei-

«Per il regno di Dio» (Lc 18,29).

posso cavarmi un occhio, mozzarmi la mano, tagliarmi un piede.
Ciò che mi impedisce di divenire un costruttore della novità eterna è giusto
che io lo strappi da me.
La più bella avventura, 131.

domenica 1 giugno 2014

nulla è dentro come l'amore, nulla più personale di un amore che soffre, richiama, accompagna, perdona, abbraccia, dà la vita.

Il «discorso» è breve e
Chi lo racconta non è fuori,
ma dentro:
non alla maniera con cui è dentro il poeta,
che narra soltanto un po' meglio ciò che crede di vedere dentro di sé.
Il Maestro invece traduce non
un'esperienza, un sentimento, un'impressione, uno stato d'animo;
traduce sé stesso.
Egli è il Padre ed è pure
il figlio che va e
il figlio che rimane:
trascendente e immanente,
poiché nulla è dentro come l'amore,
nulla più personale di un amore
che soffre, richiama, accompagna, perdona, abbraccia, dà la vita.
La vita dei figli si perderebbe se Qualcuno non avesse la vita in sé:
la vita non potrebbe riprendere nei figli,
se la Fonte non fosse nella stessa aridità del canale:
«fons vincit sitientem» Il passo è tratto dai Discorsi di Agostino d'Ippona: AUGUST., Sermo,
159,8: «la sorgente sopravanza il bisogno dell'assetato».
La più bella avventura, 96.