venerdì 14 giugno 2013
i discepoli hanno coscienza di aver trovato la vera strada che fino allora non era manifesta, che essa non è più la Legge ma Cristo stesso
IL CAMMINO DELL'UOMO
p. Attilio Franco Fabris
Continua
CRISTO VIA VIVENTE
Il ritorno dall’esilio è ancora soltanto una immagine della realtà definitiva.
Questa è annunziata dal Battista con gli stessi termini di Isaia:
“Preparate la via del Signore”.
Gesù inaugura un nuovo esodo che porta effettivamente al riposo di Dio (cfr Ebr 4,8s).
Egli chiama gli uomini a seguirlo:
“Seguitemi…” (Mt 4,19).
La trasfigurazione illumina per un istante la strada di Gesù e del discepolo,
prima di iniziare il cammino tortuoso e doloroso della passione. L’ingresso nella gloria non può avvenire se non per la via della croce:: “Se qualcuno vuol venire dietro a me prenda la sua croce…”(Lc 9,23s).
Luca contempla Gesù che si pone risolutamente in cammino verso Gerusalemme, ascesa al cui termine è il suo sacrificio.
E’ un sacrificio che ci apre una nuova strada:
mediante il sangue di Cristo
noi abbiamo ormai accesso al vero santuario;
attraverso la sua carne
Gesù ha inaugurato per noi una via nuova e vivente:
“Avendo dunque, o fratelli, la confidenza di entrare nel santuario, nel sangue di Gesù, via che egli ha inaugurata per noi nuova e vivente attraverso il velo, cioè la sua carne” (Ebr 10,19s).
Negli Atti degli Apostoli il cristianesimo nascente è chiamato “la via”.
Di fatto i discepoli hanno coscienza
di aver trovato la vera strada
che fino allora non era manifesta,
che essa non è più la Legge
ma Cristo stesso:
“Io sono la via”( Gv 14,6).
In lui avviene la vera pasqua e il vero esodo.
In lui dobbiamo camminare:
“Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l’avete ricevuto” (Col 2,6).
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