Marina Štremfelj
Centro Aletti
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della
sapienza dell’ascolto e della comunicazione
IL COLLOQUIO SPIRITUALE dovrebbe favorire…:
14. Il colloquio spirituale ci fa edificare,
costruire le colonne portanti,
soprattutto sullo sfondo dei momenti di più grande prova nella nostra vita,
perché il seme, per crescere veramente, deve morire.
“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).
Ogni morte è preceduta da tante sofferenze,
ma ciò non significa che la sofferenza vada cercata o provocata volontariamente.
Ma quando si presenta, quando bussa sulla porta,
va accolta e abbracciata.
Le colonne spirituali quindi nascono dalle tribolazioni, dalle prove,
perché le sofferenze e le prove hanno già dimostrato che il seme è già morto ed è già nato qualcosa di nuovo, la vita nuova:
la colonna spirituale è già vita, frutto eterno della morte.
E’ ovvio che nel momento della morte si soffre,
ma la fede nel Dio vivo,
che vince la morte, mi basta.
La mia morte non la posso capire,
la vita di dopo mi farà capire l’effetto della morte,
perciò le colonne spirituali sono già la vita
dopo la morte di qualche cosa di noi.
Quindi, quando una persona sta nella prova,
non cerca in primo luogo di capire i significati chiari di che cosa sta succedendo nel momento della morte del seme,
ma approfondisce la fede che dà la chiara certezza che
questa è la strada
e, a sua volta, quando i tempi saranno maturi,
la luce di Cristo illuminerà anche le ombre.
costruire le colonne portanti,
soprattutto sullo sfondo dei momenti di più grande prova nella nostra vita,
perché il seme, per crescere veramente, deve morire.
“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).
Ogni morte è preceduta da tante sofferenze,
ma ciò non significa che la sofferenza vada cercata o provocata volontariamente.
Ma quando si presenta, quando bussa sulla porta,
va accolta e abbracciata.
Le colonne spirituali quindi nascono dalle tribolazioni, dalle prove,
perché le sofferenze e le prove hanno già dimostrato che il seme è già morto ed è già nato qualcosa di nuovo, la vita nuova:
la colonna spirituale è già vita, frutto eterno della morte.
E’ ovvio che nel momento della morte si soffre,
ma la fede nel Dio vivo,
che vince la morte, mi basta.
La mia morte non la posso capire,
la vita di dopo mi farà capire l’effetto della morte,
perciò le colonne spirituali sono già la vita
dopo la morte di qualche cosa di noi.
Quindi, quando una persona sta nella prova,
non cerca in primo luogo di capire i significati chiari di che cosa sta succedendo nel momento della morte del seme,
ma approfondisce la fede che dà la chiara certezza che
questa è la strada
e, a sua volta, quando i tempi saranno maturi,
la luce di Cristo illuminerà anche le ombre.
Ognuno di noi ha bisogno di essere aiutato in questo cammino.
“Non vi è nulla di più miserevole e di più vulnerabile di coloro che non hanno una guida e cadono come le foglie…
I rischi di smarrimento e di caduta, infatti, sono tanto più grandi quanto più si progredisce.
Le trappole tese dai demoni sono tanto più numerose e più sottili quanto più l’uomo avanza e si avvicina al termine”.
Non è difficile incontrare persone che hanno già fatto un bel tratto di strada
e, quando si sono trovate nella forte prova,
sono tornate indietro,
perché si sono trovate disarmate,
impreparate alla lotta,
oppure si sono trovate senza un valido aiuto della guida.
San Callisto e sant’Ignazio Xantopuloi osservano che
“coloro che vogliono camminare senza ricevere consigli seminano nella fatica e nel sudore e spesso non fanno altro che sognare”.
Per questo un ripetuto consiglio dei Padri è:
“Se non hai un maestro, devi cercartene uno a ogni costo”.
“Non vi è nulla di più miserevole e di più vulnerabile di coloro che non hanno una guida e cadono come le foglie…
I rischi di smarrimento e di caduta, infatti, sono tanto più grandi quanto più si progredisce.
Le trappole tese dai demoni sono tanto più numerose e più sottili quanto più l’uomo avanza e si avvicina al termine”.
Non è difficile incontrare persone che hanno già fatto un bel tratto di strada
e, quando si sono trovate nella forte prova,
sono tornate indietro,
perché si sono trovate disarmate,
impreparate alla lotta,
oppure si sono trovate senza un valido aiuto della guida.
San Callisto e sant’Ignazio Xantopuloi osservano che
“coloro che vogliono camminare senza ricevere consigli seminano nella fatica e nel sudore e spesso non fanno altro che sognare”.
Per questo un ripetuto consiglio dei Padri è:
“Se non hai un maestro, devi cercartene uno a ogni costo”.
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