domenica 18 agosto 2013

In questo processo ha una grande importanza l’attesa, che garantisce una feconda preparazione del terreno interiore per essere in grado di saper riconoscere i desideri da seguire rispetto alle concupiscenze.


Marina Štremfelj 
Centro Aletti 
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della 
sapienza dell’ascolto e della comunicazione
IL COLLOQUIO SPIRITUALE dovrebbe favorire…: 

8. Il colloquio spirituale dovrebbe favorire la discesa nelle profondità del nostro essere tramite lo sviluppo nell’autenticità dei desideri.
Lo sviluppo vuol dire che c’è
un crescere,
un andare avanti,
un progredire,
una maturazione.   
Che cosa desidera una bambina piccola? Una bambola, un po’ di affetto...
E un neonato? Essere allattato, cambiato...
Dopo però, crescendo, si sviluppano anche desideri
che possono avere diversi fini che vogliono raggiungere,
dai desideri soltanto della carne ai desideri dello Spirito.
E nella terza età diventano sempre più essenzializzati, fondamentali...
Ma, per arrivare a questo atteggiamento, c’è bisogno di una maturità spirituale.
Quindi bisogna favorire la discesa nelle profondità del nostro essere.
Più la  persona entra in profondità, più si approfondiscono e si convertono anche i suoi desideri.
La Bibbia è piena del conflitto di tutte le forme del desiderio.
Certo, non le approva tutte, e anche i desideri più puri devono passare una purificazione radicale,
ma così prendono tutta  la loro forza e
danno tutto il suo valore all’esistenza umana.
Alla radice di tutti i desideri dell’uomo c’è la sua povertà radicale, e
il suo bisogno fondamentale di possedere la vita nella sua pienezza e
nel pieno sviluppo del suo essere.
Proprio perché il desiderio è qualcosa di essenziale e di inestirpabile nell’uomo,
può essere per lui una tentazione pericolosa e costante.
Eva ha peccato perché ha ceduto al desiderio dell’albero (cf Gen 3,6)
e, avendo ceduto a questo desiderio,
diventa lei stessa vittima del desiderio
che la porta verso suo marito e subirà il dominio dell’uomo (cf Gen 3,16).
Nell’umanità, il peccato è come un desiderio selvaggio pronto a scatenarsi,
che il Nuovo Testamento chiama “concupiscenza” (cf 1Gv 2,16, Gc  1,14s).
Ogni desiderio ha una parte legata all’ego.
Pertanto ha bisogno di essere convertito,
di essere liberato dalla concupiscenza,
per essere orientato alla relazione con Dio,
polarizzando tutte le energie e dando la capacità di smascherare le illusioni e le contraffazioni.
In questo processo ha una grande importanza l’attesa,
che garantisce una feconda preparazione del terreno interiore
per essere in grado di saper riconoscere i desideri da seguire rispetto alle concupiscenze.
Per questo André Louf dice che
il ruolo della guida sta
“nell’aiuto cha ha apportato al soggetto in questo momento cruciale,
affinché ne sposi tutti i soprassalti e
ne beva tutta l’amarezza, in una paziente attesa della grazia che vi deve sgorgare.”
Vediamo la donna Samaritana
che è giunta al settimo marito attraverso i sei mariti,
attraverso sei desideri,
di cui nessuno l’ha soddisfatta.
“Hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero” (Gv 4,18). Quando la Samaritana ha incontrato Cristo,
lo Sposo dell’umanità, realizza la sponsalità delle sue relazioni.
Cristo non ha chiesto alla Samaritana dove era stata,
che cosa aveva fatto, perché non era arrivata prima...
No, ma evidentemente la Samaritana doveva passare attraverso sei desideri diversi
fino ad arrivare a desiderare l’acqua eterna.
Perciò la donna poteva lasciare la brocca,
simbolo della vita vecchia, di tutti i desideri mai soddisfatti,
perché aveva trovato il vero Sposo, la relazione vera. 

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