sabato 27 aprile 2013

notte oscura dello spirito

Con la notte dello spirito 
invece ci si affranca dalle false certezze e dai falsi assoluti della propria intelligenza, 
affidandosi così totalmente e liberamente a Dio, 
attraverso l’esercizio delle virtù teologali, 
quali la fede e la speranza in Cristo, 
e la carità verso Dio e il prossimo. 
Si tratta del passaggio doloroso e lungo tanto che può durare tutta la vita 
dall’uomo “vecchio” all’uomo “nuovo”, 
da quello “terreno” a quello “spirituale”, 
da quello mosso dall’egoismo (la carne) a quello sospinto e motivato dallo Spirito, 
di cui parla San Paolo: un morire per rinascere in Cristo.
Il lavoro iniziale continua nel progressivo distacco dalle tradizionali facoltà psichiche.

PROFICIENTI
In questa fase intermedia, continua il lavoro iniziale, non libero ancora da un certo sforzo, che è considerato essenziale, perché la successiva unione perfetta potrà aver luogo soltanto a seconda della disposizione che l’anima si è conquistata. Ma viene ulteriormente specificato che tale disposizione non si acquista con la molteplicità delle meditazioni discorsive, di particolari pratiche, o di sensazioni piacevoli. Anche se “si ricevono comunicazioni sublimi come quelle degli angeli” l’unica cosa importante è la pratica di rinunciare a se stessi, cioè ai propri desideri egocentrici .
Ma, in particolare, la notte oscura (che qui assume il nome di notte oscura dello spirito) si manifesta in questa fase come un progressivo distacco da quelle che sono le tradizionali facoltà psichiche,
cioè
intelletto, memoria e volontà
(o, detto più modernamente,
pensiero, immaginazione e desiderio).

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