martedì 23 aprile 2013

la grande coppia mistica del Cinquecento spagnolo: il metodo che porta alla quiete interiore

Per Giovanni della Croce 
l’uomo è essenzialmente un essere in cammino, 
in perenne ricerca: di Dio naturalmente, essendo stato fatto da Lui e per Lui. 
Questo ritorno verso Dio egli lo immagina 
come la salita di una montagna, il Monte Carmelo, 
che rappresenta simbolicamente la vetta mistica, 
cioè Dio stesso nel suo amore e nella sua gloria. 
Per arrivare alla meta che è l’unione d’amore trasformante con Dio (o santità cristiana) 
l’uomo deve affrontare con coraggio e pazienza le due fasi o tappe, 
della educazione dei sensi (notte dei sensi) 
e del rinnovamento del proprio spirito (notte dello spirito) 
ambedue esperienze misteriose e dolorose di spoliazione interiore.

Iniziamo con il conoscere  due dei grandi autori che illumineranno il nostro cammino e ci serviamo di questa introduzione di FRANCO MICHELINI-TOCCI-
Quello che andremo a riflettere non dovrà pregiudicare ma dovrà spronare la lettura e la meditazione del testo di San Giovanni della Croce  Salita del Monte Carmelo

S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce formano la grande coppia mistica del Cinquecento spagnolo. Come la prima, anche il secondo sperimenta e insegna il metodo che porta alla quiete interiore e può essere considerato, in ambito cristiano, uno dei più grandi esperti di questa ricerca.

Giovanni fu conquistato dalla grande personalità di Teresa quando aveva appena 25 anni, allorché si entusiasmò alle sue grandi idee di riforma dell’ordine carmelitano, secondo un programma di rinnovamento spirituale. L’anno seguente, il 1568 (Teresa aveva allora 53 anni), egli la segue a Valladolid dove assiste alla fondazione delle Carmelitane Scalze e tale è il suo trasporto di discepolo che dopo pochi mesi riesce ad infondere lo stesso entusiasmo in un gruppo di compagni, coi quali fonda il primo convento dell’ordine maschile. Cinque anni dopo il loro primo incontro, è Teresa a farsi in un certo senso discepola di Giovanni, del quale riconosce l’alto valore spirituale. Ella lo nomina vicario del monastero dell’Incarnazione di cui è priora e lo sceglie come suo confessore. In seguito Giovanni subirà la persecuzione da parte dell’ordine non riformato, soffrirà la prigione per otto mesi durante i quali comincerà a comporre i suoi poemi spirituali, e dopo la fuga e la riconquistata libertà avrà anche un non lungo periodo di successo per l’azione di riformatore e per i ruoli di responsabilità assunti. Seguiranno poi nuove ostilità e persecuzioni, anche da parte dei confratelli da lui giudicati troppo severi nell’imporre regole alle Scalze, ostilità che lo accompagneranno fino alla morte prematura a 49 anni. Otto anni prima era morta Teresa.

I due grandi mistici carmelitani dominano l’ambiente spirituale del Cinquecento non soltanto in Spagna. Dopo di loro la storia della mistica cristiana entra in una fase nuova che si concluderà solo un secolo dopo con la condanna del quietismo da parte della Chiesa e la virtuale fine del misticismo cristiano, che solo di recente accenna ad una timida rinascita sotto l’influenza dell’Oriente, rinascita contrastata sì dalla Chiesa ma, almeno finora, con non troppa efficacia.

Le due grandi personalità carmelitane, pur essendo legate da un’intensa ed amorosa amicizia, erano molto diverse tra loro. Irruenta e passionale Teresa, dolce e delicato Giovanni, ma diversi anche nel modo di procedere lungo il cammino spirituale. Giovanni non si sofferma troppo sulle pratiche concentrativo-estatiche e anzi parla degli effetti di esse come di cose che riguardano i principianti e che scompaiono col progredire della pratica spirituale. In termini buddhisti si potrebbe dire che Teresa è soprattutto un’esperta di samatha (concentrazione pacificante), anche se di essa si serve per giungere al vertice dell’esperienza unitiva, e Giovanni, che pure parte da samatha, è invece un esperto di vipassana, cioè dell’intuizione della natura ultima dell’essere.

In una rapida esposizione dei suoi principali insegnamenti, seguiamo la tradizionale suddivisione, cara all’autore, nelle tre tappe rispettivamente dedicate ai principianti, ai proficienti e ai perfetti.

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