mercoledì 9 ottobre 2013
ogni volta che c’è letizia o gioia spirituale è un dono di Dio
Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti
Le Regole della consolazione
E ora vediamo le regole.
La prima regola (n°329) dice che “è proprio di Dio e dei suoi angeli con le loro mozioni, dare vera letizia e godimento spirituale, togliendo tristezza e turbamento inculcate dal nemico”.
La parola nel latino medievale indica che è proprio dell’essenza di Dio e dei suoi angeli con le loro mozioni dare letizia e godimento spirituale.
Quindi la consolazione viene da Dio ed ha un risvolto di letizia e gioia spirituale.
La riconosci dalla letizia e dalla gioia spirituale.
Ed è proprio di Dio il darla.
Quindi ogni volta che c’è letizia o gioia spirituale è un dono di Dio: accoglilo.
Dio vuol dare gioia, vuol dare letizia, la gioia è il segno della sua presenza.
È proprio di Lui dare gioia
ed è proprio del nemico combattere tale letizia e consolazione con ragioni speciose, sofismi e continue falsità.
Quindi è proprio del Signore darci gioia.
È il contrario di quel che pensiamo, noi pensiamo che sia il nemico a darci piacere e il Signore a darci turbamento, chissà cosa vuole Dio…
Dio vuole darti gioia e letizia spirituale.
E ogni movimento di gioia e letizia spirituale viene da Lui.
E il segno che la consolazione viene da Lui è proprio la letizia spirituale che ti lascia.
Il nemico cerca di toglierla in tutti i modi, perché?
Perché se io cammino è per la gioia spirituale e la gioia del Signore è la vostra forza (---- 8,10).
È questa gioia che mi fa camminare, per questo il nemico cerca di togliermela, di impedirmela in tutti i modi con sofismi, ragioni speciosi e anche falsità dicendomi che Dio non può darla, ecc. Per
cui la vera ascesi spirituale è proprio lo scacciar via i sofismi e le ragioni speciose e le falsità che mi mettono turbamento e tristezza, che mi impediscono di camminare.
Queste vengono dal nemico.
Non viene mai da Dio nessun moto di sfiducia, nessun moto di confusione, nessun moto di tristezza. E quand’anche mi desse un moto di compunzione dei miei peccati, me lo dà con letizia interiore;
è una consolazione il dolore dei peccati.
Te ne accorgi. Non è un essere abbandonati e sfiduciati, è un’altra cosa.
Il nemico magari ci può mettere nel dolore dei peccati la sfiducia e l’abbattimento
e allora devi distinguere che questo vien dal nemico.
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