mercoledì 25 settembre 2013

Questo è il linguaggio base dello spirito, tant’è vero che la vera ascesi spirituale è quella di saper scacciare il linguaggio del nemico che è quello opposto.


Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti

Le regole del discernimento

Adesso  cerchiamo di vedere  i termini di consolazione e desolazione, perché in questi due termini  è contenuta tutta la varietà delle nostre mozioni interiori.
Vediamo prima la consolazione.
   La  terza regola  [316] parla della  consolazione. La consolazione spirituale è il moto intimo dell’anima. Ci sono questi movimenti interiori che poi muovono tutto il resto. E come consolazione per prima cosa s’intende quel moto intimo con cui l’anima si infiamma dell'amore per il suo Creatore.
Quindi è innanzitutto il linguaggio dell’amore.
L’amore per il Signore viene solo da Dio e non è mai un’illusione, siamo fatti per questo.
Come per esempio quando l’anima non riesce ad amare per se stessa nessuna cosa creata sulla terra ma solamente in relazione al Creatore di tutto. Cioè è un amore ordinato, che non è in alternativa
a Dio, che non sarebbe amore, ma è proprio un amore intimo. Allora la consolazione non è perché ho mangiato bene, ho dormito bene, sono stato bene, ho imbrogliato bene il prossimo, ho guadagnato 
tanto e sono contento, questa non è la consolazione.
La consolazione è un moto intimo dell’anima per cui ti infiammi d’amore del Signore e solo del Signore. Questa è la prima accezione di consolazione, che non può venire che da Dio ed è 
importantissimo avvertire queste cose perché il Signore me le mette dentro, se io le avverto, le conosco, le trattengo, crescono.
Se io le lascio passare rimango sempre la bestia che sono.
Per questo è importante riconoscerle e  insiste Ignazio nel direttorio di spiegare bene tutte le sfaccettature della consolazione perché è articolata in infiniti modi e bisogna conoscerle tutte, perché l’uomo è articolato in infiniti modi e tutti questi modi sono modi di comunicazioni di Dio 
alla persona, di crescita per la persona.
Quindi il primo è il linguaggio dell’amore.
Il secondo è il linguaggio della compassione, quando la persona versa lacrime che lo spingono all’amore del Signore, o a causa dei dolori dei peccati, o per la Passione di Cristo, o per altre 
cose direttamente interessate al suo servizio e lode. È interessante che questo amore per il Signore diventi compassione, cioè avere gli stessi sentimenti, sia di dolore per il male, sia di passione positiva per il servizio.
Sono tutti sentimenti di consolazione che vengono da Dio, da trattenere e da far crescere. Difatti nella preghiera, se notate, è scritto di non avere fretta di andare avanti, ma di sentire e gustare. 
Cioè, quando il Signore muove qualche cosa nello spirito, devo trattenere questo, starci su, non respingere, non avere fretta. Una volta che lo avverto, la preghiera sta lì, è accogliere il Signore tutto il tempo che Lui vorrà, ed è così che cresco.
Poi c’è una terza accezione di consolazione che riguarda tutte le virtù teologali e che culmina nella gioia. 
“Infine chiamo consolazione ogni aumento di speranza, di fede e di amore e ogni tipo di intima letizia che sollecita e attrae alle cose celesti e alla salvezza della propria anima rasserenandola e 
pacificandola nel proprio Signore e Creatore.”  Se voi notate, nel termine di consolazione, esce quella costellazione di parole nelle quali l’uomo sta di casa, cioè l’amore del Creatore, l’amore ordinato delle creature, la compassione, la fede, la speranza, la carità, la letizia, l’attrazione all’altro, la serenità e la pace. Sono i vari modi coi quali il Signore ci  visita,  quindi è importante saperli avvertire, riconoscere e trattenere.
Questo è il linguaggio base  dello spirito, tant’è vero che la vera ascesi spirituale è  quella di  saper scacciare il linguaggio del nemico che è quello opposto.
La vera lotta è interiore, è la purificazione del cuore.
Questa purificazione avviene, non per metodi repressivi, ma attraverso l’avvertenza, la conoscenza e 
l’acconsentire al bene e fare il contrario col male.
Come vedete questo è il principio della vita spirituale: 
avvertire, conoscere, acconsentire  o dissentire.

Nessun commento:

Posta un commento