venerdì 9 agosto 2013

il trucco del Nemico sta proprio in questo “lo penso io” e che credere fermamente ad un pensiero del genere vorrà dire ben presto realizzarlo, perché la persona diventa ciò a cui crede


Marina Štremfelj 
Centro Aletti 
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della 
sapienza dell’ascolto e della comunicazione
IL COLLOQUIO SPIRITUALE dovrebbe favorire…:

a) LA SOLITUDINE
Per quanto riguarda la solitudine, bisogna saper distinguere
la solitudine psicologica dalla solitudine spirituale.
La solitudine psicologica ci isola dagli altri, ci porta alla chiusura ed è molto pesante o addirittura distruttiva, in quanto spesso impregnata dal pensiero che nessuno ci vuole bene, nessuno si interessa di noi, per nessuno siamo preziosi. Ecco il vero problema della solitudine psicologica. Facciamo l’esempio di una suora venuta per un colloquio. Le chiediamo se vuole dire qualcosa e, dopo 10 minuti di silenzio, dice: “Nessuno mi vuole bene nella comunità”. La guida replica: “Ma tu qualche volta leggi la Sacra Scrittura?” “Certo!”, “Aiutami allora a capire quale profeta dice questa parola, o in quale vangelo è scritto questo pensiero: nessuno mi vuole bene...” “No, non è scritto nella Bibbia, lo penso io.” Si tratta allora di farle capire che il trucco del Nemico sta proprio in questo “lo penso io” e che credere fermamente ad un pensiero del genere vorrà dire ben presto realizzarlo, perché la persona diventa ciò a cui crede.
E, se si comincia a comportarsi con gli altri a partire da questo pensiero a cui si crede,
in quanto il pensiero a cui crediamo ci forma,
creeremo delle realtà corrispondenti a questo pensiero che porta alla disperazione.  
Invece la solitudine spirituale segue i pensieri che aprono il cuore, che hanno a che fare con la 
vita.
Rosmini dice per se stesso: “la solitudine mi è cara, perché immerge in profondi pensieri, e ci fa creare d’intorno una società migliore che gli uomini. Tuttavia non sono già questi monti, e queste valli, e questa pace e questo silenzio che posseggono il mio cuore. I luoghi materiali sono troppo angusti per noi, il nostro luogo è Dio. Ah! In quel luogo possiamo ben stare adagiati, ma quanto è stretta la via che porta alla vita! L’ampiezza infinita, ove si dilata infinitamente il gaudio del cuore, viene dopo la strettezza.” A. ROSMINI, Calendario spirituale,  a cura di Giorgio Versini, Stresa 2007, p. 23
  
Ecco il luogo della solitudine spirituale – il nostro cuore – e non i luoghi esterni alla nostra realtà. Ma, una volta scoperta la ricchezza della solitudine spirituale nel cuore,
allora si sapranno apprezzare anche la montagna, la natura, la bellezza dei fiori.
E nella solitudine c’è un silenzio che ci fa esclamare:
“ecco il luogo di Dio, ecco la casa di Dio”.
E, nella casa di Dio, Dio parla. 

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