venerdì 30 agosto 2013

è concreta la bellezza di un servizio fecondo, se vi è integrazione tra persona e vita, inclusa l’accettazione della sofferenza.


Marina Štremfelj 
Centro Aletti 
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della 
sapienza dell’ascolto e della comunicazione


CONCLUSIONE
Concludo questa riflessione
con la speranza nel cuore di aver potuto dentro di noi rinnovare ed approfondire
la bellezza e la necessità della paternità e maternità spirituale,
perché senza di essa “la nuova evangelizzazione non avrà quella penetrazione e profondità necessarie per compiere veramente la propria missione in un’Europa ormai profondamente scristianizzata”.
Per questo la nostra speranza non va perduta,
perché Dio tramite il dono della maternità e paternità spirituale rimane fedele, malgrado l’infedeltà dell’uomo.
 La nuova alleanza da parte di Dio con l’uomo è eterna e, tramite lo Spirito Santo che sempre ci è donato, anche il mondo potrà sperimentare l’Alleanza e l’uomo nuovamente potrà ritrovare la vera Vita.
In questo anche la vita religiosa è un segno esplicito che rimanda a Colui al quale il religioso ha risposto con la donazione della sua stessa vita.
Padre Rupnik richiama spesso la visione profonda della creazione che “ridonata all’amore, si conforma ad immagine della Nuova Gerusalemme…
Il mondo materiale, cosmico, completamente appartenente al principio agapico,
quindi personalizzato,
diventa la bellezza.
La bellezza è infatti l’amore realizzato, incarnato...”

E Pavel Florenskij dice che “le visioni dei profeti sono delle contemplazioni concrete e non
affatto delle costruzioni astratte”, come è concreta la bellezza di un servizio fecondo, se vi è
integrazione tra persona e vita, inclusa l’accettazione della sofferenza.
 E’ proprio questa integrità, questa unità interiore che fa apparire la bellezza.
Una realtà isolata non è bella, ma diventa bella quando comincia a far trasparire la realtà superiore.
Addirittura la persona, quando si lascia ispirare dallo Spirito Santo all’interno della propria storia, “fa esperienza della verità di Dio-Amore in modo tanto più immediato e profondo quanto più si pone sotto la Croce di Cristo... sulla quale Cristo manifesta pienamente la bellezza e la potenza dell’amore.
In modo speciale, la vita consacrata rispecchia questo splendore dell’amore, perché confessa, con
la sua fedeltà al mistero della Croce”.
 Come esempio concreto di conferma è proprio la figura di san Serafino di Sarov che “rifulge di una luce così pura, così seducente che, se si è appena un poco sensibili a ciò che non è di questo mondo ma viene dall’alto, si prova nell’avvicinarlo un’interiore trasformazione, si diventa migliori, come se l’immagine di Dio in noi si fosse subitamente rinnovata”.
Forse ognuno di noi può far sue anche le parole del grande pensatore Ivan Kireevsky che nel 1840 scriveva:
“Tutti i libri, tutte le opere spirituali non valgono quanto un santo starets in cui sia possibile trovare una guida, al quale ciascuno possa far parte dei propri pensieri e la cui bocca esprima non consigli personali più o meno validi, ma il giudizio dei santi”.
In questo modo la vita religiosa ha tante possibilità di essere lievito e sale che “sono due materie che apparentemente si perdono nelle sostanze con cui vengono mescolate. Di fatto rafforzano le migliori qualità dei cibi e li proteggono perché non si guastino… Forse molte cose della vita religiosa contemporanea moriranno. Ma se moriranno a causa dell’amore per Cristo, la vita religiosa risusciterà nel prossimo futuro da questa umile profezia che l’ha fatta nascere e rinnovare in ogni tempo”, malgrado le tante difficoltà e crisi che dovevamo  e dovremo ancora sopportare. Ma, come dice la beata Madre Teresa di Calcutta, il passato appartiene alla Sua misericordia, il futuro alla Sua provvidenza e il presente al Suo amore.
Sono consapevole che questa riflessione ci fa concludere con tante domande e penso che possiamo con tutta la calma dire che a certe risposte è possibile arrivare solo in speciali momenti della nostra vita; le risposte arrivano talvolta improvvise, ci colgono di sorpresa nei momenti in cui meno ce l’aspettiamo, talvolta invece non arrivano se non alla fine della nostra vita su questa terra. 
“E’ solamente nell’inverno che si può ricevere la fecondità inconcepibile promessa ad Abramo. Nell’attesa, si può essere al servizio di Dio e fare delle opere buone”.

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