sabato 13 luglio 2013
quanta disciplina si nasconde con lieve grazia dietro a questi segni così precisi e imperativi
Per poco che si conosca la musica, quella che si legge su di uno spartito non quella prodotto di assemblaggio fra rumori, balza evidente all’occhio quanto sia importante e determinante la pausa.
Emessa una nota, solo la pausa fra l’antecedente e la successiva consente di entrare nel ritmo e di conoscerne la melodia.
Ed il gioco è tutto qui a ben pensarci. Provate a canticchiare un’arietta anche semplice semplice, quotidiana e feriale, ben conosciuta, continuate l’esperimento sottraendo le pause… ne esce un obbrobrio, intraducibile in suoni coordinati.
Io prediligo alcuni brani che mai mi stancherei di ascoltare, proprio perché penetrano il tessuto del mio esistere e si sono intramati con il mio sentire.
Uno di questi è l’Agnus Dei della Messa dell’Incoronazione di Mozart, quella diretta da von Karajan nella Basilica di S. Pietro durante la Messa celebrata da Giovanni Paolo II.
Mozart compose il brano in ricordo della sua Prima Comunione e dalla composta serenità dell’implorazione traspare tutto l’animo del ragazzo mentre riceveva il Corpo del Signore Gesù. La soavità del pizzicato degli archi sostiene l’assolo della voce fino al crescendo della triplice invocazione che conduce infine alla grande pace che può scaturire soltanto dallo stesso Salvatore.
Il soprano volteggia e si innalza ma sosta, si ferma, produce pause e le rispetta con tutta l’orchestra che le insegue, le sollecita, le prepara, le incastona così da farle risplendere.
Collocarsi in queste pause apre all’incontro e connota il volto della persona che si lascia aprire al misterioso e inafferrabile volto di Gesù.
Apprendere l’arte delle pause è insegnamento vivo e trasmesso dalla nostra tradizione Carmelo, lo “stare davanti al Volto di Dio” di Elia non è altro che una pausa, una sorta di rottura fra un prima e un dopo, ma afferrata e resa gravida non un nulla che cade, precipita e travolge.
Pausa umana, promanante da un cuore innalzato a Dio da un coacervo di ombre, di sconclusionatezze che, forse, fino in fondo solo Lui conosce. Come lo stesso Mozart, persona tutt’altro che irrepresensibile e scevra da dissonanze, eppure capace di trasfondere il suo sentire di peccatore salvato. Come lo stesso direttore orante da una piattaforma analoga a quella di Mozart.
Buon per me e buon per tutti noi!
Se osservate l’esecuzione di von Karajan noterete che sono i gesti, contenuti ma frementi, delle mani del direttore a determinare pause e attacchi, sfumature.
Quanto esercizio, quanta disciplina si nasconde con lieve grazia dietro a questi segni così precisi e imperativi e tuttavia dolcissimi? Quale coordinamento fra la solista, cui si aggiungono, viva via, le voci degli altri solisti e tutto l’insieme dell’orchestra. Un corpo vivo e orante, come dovremmo diventare tutti noi: voce solista, voci soliste e grande insieme, tutti armonizzati nella lode a Dio e dell’uomo e della donna sue creature.
La mia impressione è che l’estate spesso sia vissuta senza pause. Di per sé dovrebbe essere il momento ideale e denominata proprio la grande pausa estiva, di fatto si risolve, ahimè, in una rincorsa che sfianca e non nutre.
Rompere con il costume corrente e fermarsi potrebbe essere un’iniziativa estiva davvero rivoluzionaria e costruttiva per la storia delle persone e di quella persona che siamo noi stessi.
Sia il mare ma non la spiaggia affollata e rumorosa, quanto piuttosto una baia solitaria da poter far diventare silente; sia la montagna non quella iperorganizzata e costretta entro perimetri consumistici, quanto quella dei semplici sentieri che sboccano una radura.
Pause naturali che portano alle pause interiori.
Per noi il direttore è lo Spirito Santo che attende soltanto l’attenzione e la vigilanza per poter operare pienamente.
Quale momento più adatto dell’estate, di quelle ferie sospirate nel corso dell’anno lavorativo?
Solo questa è la strada per crescere come persone oranti in ascolto vigile.
Pausa nome altro di silenzio.
SUOR CRISTIANA DOBNER
(Il Castello dell'anima, 30.06.07)
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