Tappe ascetiche e aspetti pratici della Preghiera di Gesù
O. Clement, J. Serr, LA PREGHIERA DEL CUORE, ed.Ancora
La preghiera deve essere detta « con tutto il proprio amore » e la propria intelligenza,
facendo attenzione al senso delle parole;
essa elimina la polvere delle immagini mentali che offusca lo « specchio » del cuore.
Il cuore così purificato « vede se stesso interamente luminoso »,
« si eleva nell’amore e nel desiderio di Dio »,
si scopre ripieno della « luce taborica » che irradia da Cristo trasfigurato,
diventa quel placido « specchio di Dio » nel quale si imprime la « fotofania » di Cristo
e, in essa, la verità degli esseri e delle cose.
Bisogna tener conto tuttavia del fatto
che l’occidentale di oggi è assai diverso
dal tipo di uomo per il quale sono stati scritti questi testi.
L’uomo delle antiche civiltà disponeva di una solida base vitale:
era radicato nel silenzio e nella lentezza;
conosceva la fatica profonda
che, a suo modo, purifica e rinnova.
Era vicino agli esseri e alle cose.
L’uomo di oggi, l’uomo della civiltà urbana e industriale,
vive assai più alla superficie di se stesso,
frastornato da rumori e da immagini fuggitive;
ha i nervi tesi
ma raramente conosce la grande e benefica fatica corporale.
E’ solo nella folla,
ha perso il contatto con le cose,
con le vere realtà materiali.
Si stordisce di cibo e di impressioni.
Per rompere il guscio dell’artificiale e del meccanico,
non gli resta che l’erotismo;
ma anche questo diventa artificiale e meccanico.
Bisogna dunque trascrivere qui alcune righe pertinenti di Paul Evdokimov:
« Nelle condizioni della vita moderna,
sotto il peso dell’affaticamento e dell’usura nervosa,
la sensibilità cambia.
La medicina protegge e prolunga la vita,
ma nello stesso tempo diminuisce la resistenza alla sofferenza e alle privazioni.
L’ascesi cristiana è solo un metodo al servizio della vita,
perciò cercherà di adattarsi ai bisogni nuovi.
La Tebaide eroica imponeva digiuni estremi e costrizioni assai dure:
il combattimento di oggi si sposta.
L’uomo non ha bisogno di un dolorismo supplementare
che rischierebbe di spezzarlo inutilmente:
la mortificazione consisterà nel liberarsi da ogni bisogno di doping:
velocità, rumore, eccitanti, inebrianti di ogni specie.
L’ascesi sarà piuttosto
il riposo imposto,
la disciplina di calma e di silenzio, periodico e regolare,
nel quale l’uomo ritrova la facoltà di arrestarsi
per la preghiera e per la contemplazione,
anche in mezzo a tutti i rumori del mondo.
Il digiuno sarà la rinuncia al superfluo,
la condivisione con i poveri,
un equilibrio sorridente ».
In questo contesto, alcuni dei più esperimentati spirituali ortodossi di oggi sconsigliano
di « far discendere » la preghiera nel cuore in una maniera volontarista.
Si rischia così di turbare il proprio equilibrio nervoso e di perdere irrimediabilmente la possibilità di « trovare il proprio cuore ».
Meglio contentarsi di utilizzare il ritmo della respirazione e di pregare,
quando si può, « con tutto il cuore » nel senso attuale dell’espressione.
Un giorno, forse, Dio con la sua grazia farà discendere la preghiera nel cuore:
ma bisogna affidarsi totalmente a lui, non irrigidirsi, non volere.
L’uomo d’Occidente, dice Heidegger,
è caratterizzato da una « volontà di volontà ».
Egli deve innanzitutto imparare ad abbandonarsi,
e questo è proprio il senso profondo della “preghiera di Gesù”.
Nicola Cabasilas, che scriveva per dei laici, per gli abitanti delle grandi città,
ci è su questo punto di grande aiuto.
Non bisogna, dice, voler amare Dio,
ma sapere umilmente che egli ci ama.
Non bisogna voler conservare il proprio cuore,
ma affidarlo al sangue eucaristico.
Bisogna partire dal centro, e centro è Cristo, cuore della Chiesa,
alter ego di ogni fedele.
L’amore risponde all’amore,
le forze del cuore irradiato dalla presenza del Signore si liberano.
Quel che occorre non è tanto rompere la corteccia dell’esistenza
per trovare il luogo del cuore,
quanto lasciar irradiare il sole del cuore;
e questa irradiazione
modificherà a poco a poco, dal di dentro, la corteccia dell’esistenza.
Si sa bene, oggi,
che un difetto combattuto alla superficie della psiche
si nasconde, ma non viene guarito.
Si diventa continenti, ma si amano i cibi zuccherati e si hanno suscettibilità da zitella.
Si trionfa di ogni vizio apparente,
ma si succhia il sangue alle anime col pretesto di guidarle.
Cristo, nel Vangelo, parte sempre dal centro,
si rivolge direttamente alla persona, provoca il cambiamento del cuore.
La metanoia nel senso pieno del termine, è appunto questo:
rovesciare il proprio cuore,
lasciare che il Signore lo riempia di luce.
L’ascesi, poi, consisterà nell’eliminare a poco a poco gli ostacoli che fanno schermo alla luce.
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