domenica 12 maggio 2013

una condizione di pace e una gioia inesprimibile colgono l’anima dopo il combattimento” e “un uomo nuovo, più armoniosamente integrato, risuscita dalla prova


Tecniche di lotta contro i demoni
Per vincere il male. La lotta contro i demoni nel monachesimo antico

Il “demone della tristezza” 
arriva quando i desideri vengono frustrati, altre volte è conseguenza dell’ira. Si presenta mediante pensieri che hanno a che fare con il passato e se l’anima, invece di fargli resistenza li segue, allora il demone la conquista e la getta nella tristezza. Quanto più l’anima ha provato piacere nei pensieri provati in passato, tanto più verrà schiacciata e umiliata. Per Evagrio la causa ultima della tristezza è un eccesivo attaccamento al mondo. “Chi ama il mondo, proverà molta tristezza; chi invece disprezza le cose di questo mondo, troverà gioia in ogni cosa”. La tristezza indebolisce l’anima, la capacità di attenzione e di concentrazione: “Nessun raggio di sole penetra nella profondità dell’acqua […] Il sorgere del sole è una gioia per gli uomini, ma un’anima afflitta prova dispiacere anche di fronte a tale spettacolo”.

Il “demone dell’ira”
è molto violento ed Evagrio la definisce “un movimento irruente della parte più irascibile dell’anima contro chi ha commesso un’ingiustizia o sembra aver commesso un’ingiustizia. L’ira amareggia l’anima per tutto il giorno [...] trascina con sé l’intelletto soprattutto durante la preghiera […] Quando dura a lungo si trasforma in rancore, di notte provoca turbamento […]”. L’ira offusca l’animo ed è strettamente legata alla tristezza. “I pensieri di colui che è in preda all’ira sono piccoli di vipera e divorano il cuore che ha dato la loro vita”. Le emozioni violente trascinano con sé l’uomo e non gli permettono più di pensare con chiarezza perché “l’inconscio negativo penetra nella sfera della coscienza facendo leva sulle immagini più spaventose e le sottrae il controllo”. Quando la vendetta non è possibile l’ira si trasforma in rancore, in uno stato d’animo di rabbia permanente. Come dice Jung l’io perde il controllo su di sé come avviene all’origine della schizofrenia e cade in preda di un vero e proprio “sequestro emozionale”.

Il “demone dell’accidia” 
è chiamato anche il demone del mezzogiorno ed è il più molesto di tutti:
“Attacca il monaco all’ora quarta e assedia l’anima fino all’ora ottava”.
Spinge il monaco ad andare in giro, a vedere se per caso arrivi un confratello.
Instilla avversione verso il luogo in cui si vive,
verso la vita che si conduce e verso il lavoro manuale.
“Mette in moto tutte le sue energie per spingere il monaco a uscire dalla cella e a fuggire dal campo di battaglia”.
 Mentre gli altri demoni toccano solo una parte dell’anima, il demone del mezzogiorno la occupa tutta. Pigrizia, nausea, paura del cuore, angoscia interiore, disperazione e scoraggiamento spingono il monaco al sonno oppure alla fuga, verso attività frenetica, alla fretta, alla volubilità e a perdersi in tante chiacchere.
Il monaco può sfiorare la pazzia perché è braccato da una sorta di depressione psichica.
“L’anima ha perso la testa e si comporta come un bambino piccolo che piange incessantemente e prorompe in tali grida di dolore, come se non avesse più alcuna speranza di venire consolato”.
Non si prova più gioia per la vita e tutto appare senza senso.
L’energia psichica è defluita dall’io e attirata da un complesso inconscio. Come in molte depressioni endogene, nella paralisi più stagnante esiste un desiderio intenso che colui che ne soffre non osa lasciare uscire.
 Ma questo demone non viene seguito da nessun altro:
“una condizione di pace e una gioia inesprimibile colgono l’anima dopo il combattimento”
e “un uomo nuovo, più armoniosamente integrato, risuscita dalla prova”.
I monaci consigliano così di resistere.
Come dice Franz il complesso che è stato attivato più tardi può apparire alla coscienza e venir fuori un intenso interesse per la vita, di una direzione diversa rispetto a quella che provocava l’implosione.

Liberamente tratto da: Anselm Grün, Per vincere il male. La lotta contro i demoni nel monachesimo antico, San Paolo, 2006

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