mercoledì 15 maggio 2013

Conoscendo i pericoli è più facile difendersi.


Tecniche di lotta contro i demoni
Per vincere il male. La lotta contro i demoni nel monachesimo antico.

Anselm Grün affronta infine l’utilizzo delle tecniche che i monaci utilizzavano per combattere contro i demoni.

Il primo passo è conoscerli, prendere confidenza con la loro tecnica facendo leva sull’esperienza, osservare i pensieri e prestare attenzione alla loro durata, al loro intrecciarsi e ai loro tempi. 
Quale demone svolge quel compito? E quale un altro?
Non appena si sono svelati i meccanismi si è già fatto il primo passo. Non serve a nulla lamentarsi, per esempio, del cattivo umore o delle proprie debolezze. È importante scoprire le cause, i fattori che le determinano. Conoscendo i pericoli è più facile difendersi. Gli psicologi consigliano di registrare il comportamento, coglierne le “frequenze fondamentali”. Evagrio dice: “Concentrati su te stesso, ricordati tutto quello che ti è successo, come è cominciato, come è continuato, in quale luogo eri quando sei stato catturato dallo spirito della lussuria, dell’ira o della tristezza e come tutto ciò è proseguito […]”. Evagrio consiglia addirittura di lasciare libero accesso in noi al demone dell’accidia per uno o due giorni, perché solo in questo modo possiamo conoscerlo e metterlo in fuga. Avendone familiarità lo conosciamo e ne sveliamo i suoi meccanismi.

Antonio, un altro dei grandi padri, invita a domandare il nome al demone, a non essere codardi con i demoni e anzi a rapportarsi con loro: “Chi sei? Da dove vieni?”. Domandare nome e provenienza sollecita il monaco a prendere il proprio punto di vista e non lasciarsi trascinare semplicemente in un pensiero. Evagrio invita a portare i pensieri davanti al proprio tribunale interiore, inteso come tribunale della propria coscienza. Se fuggono sono demoni malvagi, mentre se resistono sono demoni buoni.Questa pratica è in fondo il “discernimento degli spiriti”. Osservare prima le circostanze della loro venuta e poi individuarne la natura è fondamentale per non farsi catturare nella loro strategia. Anche la psicologia dice che non appena ci “dis-identifichiamo”, chiamiamo per nome un pensiero o un sentimento, abbiamo conquistato maggiore obbiettività verso noi stessi.

Una volta che il demone è stato conosciuto Evagrio consiglia l’utilizzo del metodo delle “parole contro”, non frasi partorite dalla mente del monco che potrebbe essere quindi “invaso” dal demone stesso, ma frasi ispirate, tratte dalle sacre scritture che possono essere impegnate nella lotta, soprattutto versetti tratti dai Salmi.  Tali frasi, di cui Evagrio presenta un’ampia raccolta, non sono tratte a caso, ma in esse è già presente il superamento del pensiero che ci incalza. Siccome la parola non è del monaco, ma è “parola di Dio”, è Dio che combatterà a fianco del monaco nella lotta. Anche il canto dei salmi rasserena l’anima e produce pace. Questo è l’arma vincente del combattimento perché si fonda sull’umiltà del monaco. Non siamo noi a vincere il combattimento, ma è Dio stesso che interviene con la sua parola e fa fuggire il demone. Ecco un elenco di “parole contro” tratte dalla scrittura:

Contro il demone dell’avarizia che mi fa temere un futuro di povertà: “Il signore è il mio pastore, nulla mi mancherà” (Sal 31,1)

Contro il demone della lussuria che mi instilla pensieri impuri: “Via da me voi tutti che operate iniquità! Poiché il signore ha udito la voce del mio pianto; ha udito il signore la mia implorazione” (Sal 6,9 s)

Contro il demone della tristezza che fa intimorire l’anima e instilla la paura di essere abbandonata: “Il Signore tuo Dio è un Dio misericordioso, non ti abbandonerà e non ti distruggerà (Dt 4,31); Contro il demone dell’accidia e i pensieri di sfiducia: “Confida nel signore e opera il bene” (Sal 37,3); “Egli mi farà uscire alla luce e vedrò le sue meraviglie” (Mic 7,9)

Contro il demone della vanagloria: “Non parlare alle orecchie di uno stolto” (Prov 23,9)

Contro il demone dell’orgoglio: “Chi va coi sapienti diventa sapiente” (Prov 13,20); “Non prestare attenzione a tutte le parole che si diconom perché non ti capiti di sentire il tuo servo parlar male di te (Qo 7, 21)

Liberamente tratto da: Anselm Grün, Per vincere il male. La lotta contro i demoni nel monachesimo antico, San Paolo, 2006

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