Giovanni dedica ben due delle sue opere, il Cantico spirituale e la Fiamma viva d’amore, a descrivere lo stato della pienezza dell’esperienza mistica.
Qui di seguito elencherò solo alcune delle caratteristiche principali di questo stato.
1. Nell’unione d’amore o matrimonio spirituale si raggiunge l’identità tra l’amante e l’amato. A ciò allude S. Paolo col famoso : “Non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me” (Gal.2, 20). “Chi in vita raggiunge quest’abbozzo di trasformazione è veramente felice” .
2. Quiete interiore e intuizione profonda (non molto diversamente da samatha e vipassana) sono concepite, nella giusta forma, come un’unità: “Nel sonno spirituale… l’anima è pervasa e gusta la calma, il riposo e la quiete della notte pacifica, e insieme riceve un’abissale e oscura intelligenza divina” . Si noti come la “notte oscura” abbia qui lasciato il passo alla “notte pacifica”.
3. “La grande stabilità dell’anima in questo stato… non prova né dolore né afflizione. Ella non ha neppure la compassione, cioè la pena propria di quella virtù, sebbene ne possegga le opere e la perfezione. Infatti ora le manca ciò che di fiacco c’è nelle virtù, e le rimane invece quanto c’è di forte, di costante e di perfetto”.
4. L’anima non teme più ormai le esperienze dolorose e anzi le accoglie, o addirittura le desidera, come manifestazione della volontà divina, con la quale è identificata, e non della propria, che non esiste più. La sofferenza, a questo punto, è solo “un mezzo per penetrare maggiormente nel folto della dilettevole sapienza di Dio” .
5. Infine, come già si è detto, il mistico realizzato possiede pienamente una “sapienza tranquilla” grazie alla quale ha la facoltà di penetrare con chiarezza tutti i grandi misteri dell’essere, dall’unione tra uomo e Dio all’armonia tra giustizia e misericordia e, cosa grande tra le grandi, al vedere il tutto in unità.
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