mercoledì 17 aprile 2013

Domani vedrai che cosa sono capace di fare per te.

Continuando  il brano di ieri...
L'arte di tramandare la conversione viene bene espressa in questo testo, quasi una preghiera per avere il dono della metanoia, ma non subito, domani.
...io posso trasferire la colpa anche a domani.
L'occhio che indefesso guarda verso di me intende sempre l'oggi: «Precisamente adesso voglio essere amato».
Ma io abbasso i miei occhi e dico: ti amerò domani. 
Domani vedrai che cosa sono capace di fare per te. Il sacrificio che ti offrirò. Domani ti pagherò il doppio se mi concedi anche solo l'ora odierna.
Devo ancora raccogliere la rosa prima che sfiorisca, ma a te darò le coccole.
Dammi la primavera e allora io ti lascio l'autunno, forse già la tarda estate.
Soltanto oggi distolgo da te il mio sguardo e tu potrai, a cominciare da domani, guardarmi sempre. «Vengo vengo, vengo subito!» grida il bambino alla madre che lo chiama preoccupata e gioca il suo gioco fino in fondo, giacché di sicuro c'è un prolungamento che va da sé dentro l'obbedienza. Una umana possibilità di gioco.
Chi potrebbe dividersi a un tratto dalla sua vita?
Perché, Dio, vuoi saltare con me gli scalini?
Tu vuoi il tutto e d'un colpo, tutto il cuore, tutta l'anima, tutto il sentimento e tutte le mie forze, ma la legge della vita è l'evoluzione graduata. Tieniti anche tu, da buon educatore, a questa legge.
Un quarto te lo voglio concedere e quando avrò trent'anni la metà, così avrai a poco a poco e sicuramente il tutto. Se mi strappo lacerandomi da ciò a cui sono abituato fino al midollo, sanguinerei o morirei addirittura dissanguato e tu avresti tra le braccia un morto, oppure guarderei indietro con la coda dell' occhio a ciò che ho superato solo esteriormente.
Aspetta dunque finché non l'abbia gustato fino in fondo; quando poi avrò tra i denti il nocciolo vuoto, lo sputerò. Abbi pazienza finché l'onda che adesso mi porta in alto si abbassi o si svuota, finché il velo, che ora mi gioca leggero intorno al viso, si rompe, e il fondiglio dell'esistenza viene fuori.
Si dice infatti che tu vieni trovato a preferenza nella delusione, sul lato d'ombra della vita. Oggi vai via e picchia un'altra volta al prossimo giro, allora io sarò un po' più avanti. Non voglio dire di buttarmi via, non assolutamente; tirami sempre, ma tira piano, agganciami, se proprio, impercettibilmente, a quel modo che il tempo inavvertitamente ci cambia da ragazzi in uomini e vecchi. Prendimi come per gioco in braccio, come una madre leva dalla culla il suo bambino che dorme.
E se deve proprio accadere che soffra il dolore della separazione, allora vorrei ancora suggerirti, farti ancora questa confessione: che tu mi puoi prendere sempre domani se solo mi concedi l'oggi.
Sono addirittura pronto a prendere su di me la tua croce, a fare la tua via crucis stazione per stazione fino al sacrificio totale, fino alla morte definitiva. Ma a una condizione: domani. Voglio anche tapparmi l'orecchiò, lo voglio già oggi, in mezzo al piacere, già ci penso e me lo tengo chiaro davanti agli occhi: domani ti seguirò. Come il condannato ad ogni boccone del suo ultimo pranzo pensa a domani, così io penso a te, con il proposito di darmi a te. Ma domani, domani, non oggi. HANS URS VON BALTHASAR IL CUORE DEL MONDO

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