In questo tempo ritrovato che le feste ci offrono,
potremmo ripensare
a come molte tradizioni si sono formate nel corso della storia,
in un intreccio fecondo tra fede e cultura.
Così,
per esempio, i cristiani delle primissime generazioni
seppero unire la loro fede in Gesù, luce del mondo,
alla celebrazione del «sole invitto» nel solstizio invernale;
così
san Francesco riuscì a calare
nella realtà contadina dell’Italia medievale
l’atmosfera del presepe che richiamava
quanto accaduto nella campagna di Betlemme milleduecento anni prima;
così,
per venire a tempi più vicini a noi,
la figura di san Nicola trapiantata da Mira
ai paesi nordici è scesa di nuovo fino in riva al Mediterraneo
per affiancarsi a «Gesù bambino» nel colorare
con la gioia del dono fatto e ricevuto la notte di Natale.
E che
dire dell’albero adorno di luci e addobbi,
un tempo sconosciuto nei paesi della cattolicità latina?
E a quando
risale la lieta tradizione del pasto di festa
che riunisce le persone che si amano
e che vogliono vivere per una volta
in una dimensione dilatata e gioiosa
l’evento quotidiano della convivialità a tavola?
potremmo ripensare
a come molte tradizioni si sono formate nel corso della storia,
in un intreccio fecondo tra fede e cultura.
Così,
per esempio, i cristiani delle primissime generazioni
seppero unire la loro fede in Gesù, luce del mondo,
alla celebrazione del «sole invitto» nel solstizio invernale;
così
san Francesco riuscì a calare
nella realtà contadina dell’Italia medievale
l’atmosfera del presepe che richiamava
quanto accaduto nella campagna di Betlemme milleduecento anni prima;
così,
per venire a tempi più vicini a noi,
la figura di san Nicola trapiantata da Mira
ai paesi nordici è scesa di nuovo fino in riva al Mediterraneo
per affiancarsi a «Gesù bambino» nel colorare
con la gioia del dono fatto e ricevuto la notte di Natale.
E che
dire dell’albero adorno di luci e addobbi,
un tempo sconosciuto nei paesi della cattolicità latina?
E a quando
risale la lieta tradizione del pasto di festa
che riunisce le persone che si amano
e che vogliono vivere per una volta
in una dimensione dilatata e gioiosa
l’evento quotidiano della convivialità a tavola?
Enzo Bianchi
Da La Stampa, 24 dicembre 2010
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