mercoledì 16 ottobre 2013
E questo è il cammino di tutta la nostra vita, lasciare che traspaia sempre di più questo dominio dello Spirito.
Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti
Le regole della consolazione
L’ottava regola (n°336) parla della consolazione senza causa, e dice: “la consolazione senza causa è certamente del Signore, quindi non c’è inganno, è tutta buona”.
Però è importante saper distinguere la consolazione che viene dal Signore
o l’ispirazione che viene da Lui,
dalle conclusioni che tiri tu dopo.
Non è detto che quelle vengono dal Signore,
e quindi distinguere quello che è il tempo proprio della consolazione
che è un dono che viene dal Signore e che magari non ha nessun oggetto dentro, di cose da fare,
dalle risoluzione che prendi tu dopo.
Quelle le devi valutare invece se son giuste o no. Mentre può essere giusta la causa, cioè la consolazione che hai avuto, possono esser sbagliate le tue conseguenze.
Ecco, queste regole possono sembrare anche molto sottili,
esigono chiaramente una grande capacità di sguardo interiore,
però come vedete
sono ordinate prima di tutto a fare un’igiene spirituale, secondo me,
cioè ad accogliere le mozioni buone
e a respingere quelle cattive.
In modo che sono abitato da quelle buone,
la mia vita sarà determinata sempre più da emozioni
di gioia, di letizia, di pace, di serenità,
che è il frutto dello Spirito in fondo.
La nostra vita cristiana, il dono dello Spirito Santo, la vita filiale,
si manifesta proprio nel frutto dello Spirito,
che, Galati 5-22,
sono l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la fedeltà, la mitezza, la libertà, il dominio di sé.
E questo è il cammino di tutta la nostra vita,
lasciare che traspaia sempre di più questo dominio dello Spirito.
Contemporaneamente in noi ci sono gli istinti contrari, opposti,
di tristezza, di egoismo, di inquietudine, di turbamento.
Va bene, li scacciamo…
Più ci abituiamo a vivere alla presenza di Dio,
più arriviamo ad essere in una situazione stabile di consolazione,
consolazione che non è che ti fa uscire dalla realtà,
ma che regge anche nella desolazione, nella persecuzione, anche nella morte.
È la consolazione del Signore.
E poi, dicevo, imparare ad analizzare bene il seguito dei propri pensieri,
perché possiamo avere un pensiero buono
ma il nemico ci toglie la pace su quello e allora vuol dire che hai sbagliato.
Il bene del Signore è tutto bene e ti lascia nella pace,
dove non c’è la pace c’è qualcosa che non va, anche nelle cose buone,
e quindi devi cercare di capire cos’è.
Queste regole sono sommamente istruttive per la vita spirituale,
la vita spirituale è soprattutto saper leggere la vita dello Spirito che è in noi,
avere questo discernimento, e non sono cose sublimissime.
Le trovate in tutte le lettere di Paolo,
il finale parla proprio del frutto dello Spirito,
di ciò che l’uomo è e deve essere
e ciò che deve favorire è questa azione dello Spirito,
e stare attento a quella contraria per non cadere schiavi del male.
Quindi praticamente il senso della nostra vita è questa lotta spirituale.
Vedremo in seguito come proprio per ogni decisione
è importante questa lettura
perché le decisioni le dobbiamo prendere in base alle mozioni che il Signore ci mette nel cuore.
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