martedì 15 ottobre 2013

ci vuole molta attenzione e silenzio interiore, quando cerchi il bene




Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti

Le regole della consolazione

  La settima  regola  (n°335) dice: come entra il Signore o l’angelo buono in noi,  “in quelli che procedono di bene in meglio l’angelo buono tocca l’anima dolcemente e soavemente come una
goccia d’acqua che entri in una spugna”.
Una goccia d’acqua che batte su una spugna non la senti, questo vuol dire.
Così quando cerchiamo il bene, il Signore entra così soavemente e dolcemente
che nemmeno lo sentiamo,
lo sentiamo di più all’inizio quando viene dal di fuori,
che non quando è dentro abitualmente,
per questo ci vuole molta attenzione interiore per scoprire il suo linguaggio,
cioè un po’ come il mormorio che ascoltò Elia,
Dio si rivela nella brezza leggera perché è già dentro.
Non fa rumore, non apre la porta, quindi
ci vuole molta  attenzione e silenzio interiore, quando cerchi il bene;
tutti vediamo che nella vita spirituale
all’inizio avevamo più sensibilità,
allora Dio dov’è?
Semplicemente prima veniva dal di fuori ogni volta e te ne accorgevi,
adesso è dentro e ci vuole più attenzione, devi raffinare la tua sensibilità.
Questa è la prima cosa e la seconda cosa che capita quando si cerca il Signore
è che  invece  “il nemico ci tocca acutamente con strepita inquietudine
come l’acqua che cade sulla pietra”.
È interessante proprio che possiamo subire tentazioni molto più forti quando cerchiamo il bene.
È più brutale.
Quando cerchiamo il male non occorre neanche esser tentati troppo.
Ci lascia andare in pace.
Mentre invece ci meravigliamo,  “ma  come… adesso che cerco il bene sento così forti tentazioni e ripugnanze”.
E appunto, è tipico del nemico che, essendo fuori, entra con molto rumore o vuole fare molto rumore. Ed è interessante quindi, quasi la lotta sembra più dura, e lo è anche effettivamente per certi aspetti.

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