mercoledì 4 settembre 2013

sarebbero questi i tre momenti della preghiera, “prepararla, eseguirla e rifletterci su"


Esercizi Spirituali Ignaziani 1992
p. Silvano Fausti

1° - Sulla preghiera apostolica

Premesse queste cose vi do qualche indicazione di metodo.
Presuppongo la preparazione alla preghiera
perché la preghiera come ogni cosa va preparata,
poi va fatta e
poi è tipico dell’uomo riflettere su  cosa ha fatto.
Quindi sarebbero questi i tre momenti della preghiera,
“prepararla, eseguirla e rifletterci su”.

In genere mancano il primo e il secondo per cui non si fa preghiera,
al massimo si fa preparazione o riflessione.
Circa la preparazione premetto anche qui qualcosa.

C’è una preparazione remota della preghiera che è  quella di  “coltivare le disposizioni del cuore”, e questo dobbiamo farlo costantemente.
_ La prima disposizione del cuore è  il cuore contrito, il cuore umile, il cuore del peccatore in fondo al tempio. Il nostro luogo della preghiera è quello del pubblicano, è lì che conosciamo la verità nostra e la verità di Dio, è lì che siamo noi, siamo miseria, siamo peccatori e lì che conosciamo Dio che è misericordia e perdono. Non c’è preghiera al di fuori di questa coscienza, perché siamo al
di fuori della nostra realtà.
_ Il secondo sentimento è  il perdono, non puoi pregare il Padre ed essere in comunione col Figlio se non perdoni i fratelli. Se no la preghiera è una menzogna, senza umiltà, senza perdono non c’è preghiera.
_ Terza disposizione della preghiera è  il desiderio, anche Elisabetta e Zaccaria desideravano ma facevano, senza riuscire a far niente. È quel desiderio puro che non fa niente ma accoglie tutto. Dio è oggetto di desiderio, non lo possiamo fare, la facoltà più alta dell’uomo è il desiderio naturale dell’impossibile ed è lì che si inserisce la visione stessa di Dio e il nostro destino. E la preghiera è coltivare questo desiderio dell’impossibile. Dio è dono, al dono corrisponde il desiderio, se non c’è desiderio Dio non può donarsi. Più il nostro desiderio è puro, è vergine e meno fa, più accoglie. Noterete che il più grande impedimento della preghiera è ciò che facciamo nella preghiera.
_ Un’altra disposizione del cuore è  il raccoglimento. In genere siamo distratti, tirati qua e là, siamo “fuori casa”, dobbiamo abituarci a concentrarci, a entrare in casa, in noi stessi, Dio è in noi. Dio è più in noi di noi stessi. Quindi, abituarsi a entrare nel proprio cuore, dove abita Cristo, l’uomo interiore, dove c’è il dono dello Spirito, entrare nella stanza superiore dove si celebra la Pasqua dove si mangia, si entra in comunione con Lui, dove si sperimenta la vita divina.
_ Infine un’altra disposizione remota è il cuore puro. I puri di cuore vedranno Dio, ed è quella che si chiama anche la retta intenzione. Cioè che cosa cerchi di ciò che fai, di ciò che vuoi? Cerchi davvero solo il Signore? Se lo cerchi  lo trovi e lo vedi. Se cerchi tante altre cose, tutte queste altre cose ti fanno da velo, perché vedi le cose che cerchi.  Allora proprio questo desiderio puro è cercare
Lui.
Tutte queste sono disposizioni da coltivare tutta la vita.

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