mercoledì 18 settembre 2013

normalmente il nostro atteggiamento davanti al negativo è o di repressione o di rimozione. Lo riteniamo inevitabile in fondo. E non riusciamo a cambiare.


Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti

L’esame particolare

  Noi spesso tentiamo prima con la repressione e non riuscendoci cosa facciamo?
Usiamo il metodo contrario: la rimozione, dicendo che non è poi tanto male.
“Sì ho ucciso la zia però in fondo se lo meritava sì l’ho strozzata ma l’ho fatto dopo molto tempo e nel modo più gentile possibile e con bontà.”
Cerchiamo di rimuovere il male dicendo: non è poi tanto male...
Cioè ci si autogiustifica.
Se voi notate normalmente il nostro atteggiamento davanti al negativo
è o di repressione o di rimozione.
Lo riteniamo inevitabile in fondo.
E non riusciamo a cambiare.

Ora, il metodo dell’esame particolare è molto diverso,
né repressione né rimozione,
il male è male mettendolo in coscienza come male.
È un metodo di “coscientizzazione” del male come male,
e di “dissociazione” dal male.
Cioè  il male  ce l’ho e non lo voglio.
Il minimo di libertà che ho non è quella di fare il male o non farlo, tante volte non ce l’ho;
perché mi esce naturale, soprattutto al livello di sentimento, prima che io lo controlli,
anche se lo controllo ce l’ho lo stesso.
Posso sempre, e questa è la mia libertà, dire:
non lo vorrei, perché è male.
E l’esame di coscienza particolare è tutto centrato su questo:
“non lo vorrei perché è male”,
e questa coscienza del male come male,
dissociandosi dal male ti porta a non farlo progressivamente.
È l’unica via di cambiamento.


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