sabato 14 settembre 2013

Cosa ho fatto più o meno lo so già. Mettiti davanti a Dio e ripassa i suoi doni e vivi questo spirito di riconoscenza e di Eucarestia e di conversione. Questo quotidianamente. Altrimenti è difficile parlare di vita spirituale perché noi siamo sempre fuori da ciò che avviene in noi.


Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti

Il luogo della vita spirituale

Ecco, allora ci fermiamo sul numero 43 degli esercizi, l’ultima parte,
la prima la spiegherò un altro giorno.

Riguarda il modo di fare l’esame generale.
Comprende cinque punti:
_ Il primo punto consiste nel ringraziare Dio nostro Signor per i benefici ricevuti. Quindi la prima cosa è registrare i doni, i benefici che il Signore mi ha fatto oggi.  È la memoria ed è Eucarestia. Questo è il momento principale dell’esame della coscienza. Ed è proprio il ricordo dei doni di Dio che mi rende eucaristico, mi fa percepire la mia identità, mi fa percepire la sua volontà, mi pone davanti a Dio, mi fa vedere come Dio agisce, mi rende uomo spirituale, mi rende uomo eucaristico. E mi dispone a riceverne altri. E c’è una grossa insensibilità ai doni di Dio, perché non siamo abituati. Addirittura quelli più ovvi non li riteniamo più neanche doni, il fatto che tu respiri. Perché vi chiedo: prova a star tre minuti senza respirare. Da qui pensa al fatto che sei figlio di Dio che è
un dono costante e quindi all’amore del Padre per te. Bisogna quindi abituarsi a registrare i doni e poi a vivere nella coscienza costante dei doni. E dietro ogni dono c’è il donatore, c’è Cristo, c’è il Padre. Ed è davanti a Lui che noi stiamo. Il grosso pericolo della vita spirituale è la noia, il vedere i nostri limiti, i nostri difetti come prima cosa. Come prima cosa dobbiamo vedere Dio e i suoi doni. E rendere grazie. Questo anche nelle difficoltà, anche nella morte, c’è un dono di Dio anche nella morte perché  ritroverò Lui. Non solo quando agisco, anche quando non posso agire. Trovo Lui crocifisso e mi associo alla sua passione. Riuscire a capire i doni.
_ Ed è davanti ai doni allora che chiedo la grazia di conoscere i peccati per eliminarli. È una grazia conoscere i peccati. Una grazia da chiedere. Conoscere come ho peccato, cioè come do risposta al dono. E il nostro principale peccato è la dimenticanza del dono, il che vuol dire cancellare Dio dalla vita. Il nostro peccato è che cancelliamo Dio dalla vita.  Siamo  “atei pratici”. L’esame della coscienza ci aiuta a uscire dall’attivismo pratico, è la dimenticanza di Dio che è il vero peccato dell’uomo, è l’abbandono di Dio. Quindi imparare a chiedere le grazie per conoscere i propri peccati ed eliminarli.
_ E poi, vado in concreto, chiedo conto all’anima mia, dalla levata fino all’esame presente, consigliate di farne almeno due al giorno, di ora in ora, non delle cose che ho fatto, innanzitutto, ma dei “pensieri”, inteso in senso largo, dei sentimenti, di come ho vissuto. Perché se ho ucciso uno mi accorgo subito, invece qualcosa di più importante, con che sentimento ho agito? Con quale pensiero fondamentale? Perché i pensieri sono proprio i pensieri del cuore, cioè con gioia, con tristezza, con sopportazione. La vera ascesi, vedremo, sarà proprio a questo livello, dell’eliminare i pensieri negativi, i sentimenti negativi che mi fanno agire negativamente, è la vera ascesi interiore. Quindi prima i pensieri intesi nel loro senso più ampio, perché più che i pensieri sono proprio i sentimenti profondi, sono quelli che dettano la mia azione. E devo prendere coscienza di questo.
_ Poi capiterà una cosa strana, cioè che prendendo coscienza di questo, arriverò a capire cose semplicissime, che, per esempio, i sette vizi capitali li ho tutti; che, per esempio, le tre concupiscenze le ho tutte, che tutti i peccati possibili e immaginabili li ho, e allora capisco perché Cristo è morto per me, non per gli altri. E quindi comincio a diventar cristiano. E poi comincio ad
accettare gli altri come miei fratelli e a non giudicarli più. Quindi comincio ad esser solidale con gli altri, non perché sono tollerante per una virtù particolare, perché sono un borghese illuminato, ma perché li vedo della mia stessa pasta. Ed è la santità cristiana questa coscienza della propria umanità e della propria umanità anche del negativo ormai, come luogo del perdono di Dio e della
solidarietà con tutti.
_ Poi chiedo perdono delle parole, infine delle azioni, seguendo lo stesso ordine che è esposto nell’esame particolare.
_ Il quarto punto è chiedere perdono a Dio nostro Signore per le mancanze.
_ Il quinto è proporre di correggersi.
Vedete che la struttura fondamentale è
memoria,
Eucarestia
e conversione.
E questo ogni giorno.
Il far memoria dei doni, (che vuol dire far memoria di Dio), facendo Eucarestia, faccio poi memoria anche dei miei peccati, e lì faccio Eucarestia del perdono e appello alla conversione. Questo è il principale strumento spirituale, se uno vuol fare una vita spirituale deve fare queste cose, in un
modo o in un altro. Il modo più semplice è sempre  il  più raccomandabile, cioè quello di farlo. Dargli un tempo e uno spazio, poi io non aggiungerei altro.
La prima pratica spirituale che si abbandona, anche se è intesa in modo fiscalistico, è vedere cosa ho fatto. Cosa ho fatto più o meno lo so già. Mettiti davanti a Dio e ripassa i suoi doni e vivi questo spirito di riconoscenza e di Eucarestia e di conversione.
Questo quotidianamente. Altrimenti è difficile parlare di vita spirituale perché noi siamo sempre fuori da ciò che avviene in noi.

Ed è difficile parlare poi di unione col Signore e di ministero perché il nostro ministero è un fare quel che ci salta in mente a svantaggio del malcapitato in quel momento.

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