venerdì 13 settembre 2013
Quando parlo con uno in direzione spirituale o in confessione, o sto attento allo Spirito che agisce in lui e allora faccio qualcosa di buono e io sto unito a Dio e faccio un’azione spirituale di preghiera, oppure non sto facendo niente di utile all’altro, lo sto attaccando a me e io attaccandomi a lui, allora è meglio che ognuno se ne vada per conto suo.
Esercizi Spirituali Ignaziani
p. Silvano Fausti
Il luogo della vita spirituale
E poi c’è un’altra cosa, questa forma di preghiera è una preghiera apostolica.
Nel senso che prima di tutto non mi impedisce l’apostolato.
Se uno dovesse dire che la vita spirituale è fare sei sette ore al giorno di coro, certo gli rimane poco da fare.
Invece la vita spirituale non è fare il coro, non è fare lunghe preghiere.
La vita spirituale è stare attenti allo Spirito che agisce in me e fuori di me
Per cui il mio stesso ministero è un ministero spirituale,
cioè è un contemplare l’azione di Dio nell’altro ed è un favorirla.
E quindi anche l’azione non mi stacca da Dio, mi unisce a Dio.
Quando parlo con uno in direzione spirituale o in confessione,
o sto attento allo Spirito che agisce in lui e allora faccio qualcosa di buono
e io sto unito a Dio e faccio un’azione spirituale di preghiera,
oppure non sto facendo niente di utile all’altro,
lo sto attaccando a me e io attaccandomi a lui,
allora è meglio che ognuno se ne vada per conto suo.
Invece proprio il ministero stesso diventa
un momento spirituale, di verifica, di crescita dello Spirito,
in me e nell’altro.
Diventi contemplativo nell’azione.
Il senso dell’esame della coscienza è un portarci a essere contemplativi anche nell’azione.
Cioè esattamente la nostra azione è contemplare l’azione di Dio e favorirla, aiutare a discernerla.
Quindi, come vedete, l’esame della coscienza è qualcosa di estremamente importante per la vita spirituale, è il principio della vita spirituale.
È solo lì che si può operare il discernimento.
Prima
bisogna registrare quello che c’è,
poi
puoi discernere, se è bene o male, se no siamo al di fuori del bene e del male.
Abbiamo solo qualche norma che cerchiamo di osservare ma non ho la norma interna.
E lì
che ricerchi la volontà di Dio, che percepisci le mozioni interiori,
è lì
che puoi deliberare, è il principio morale:
il principio morale è proprio il deliberare cos’è la volontà di Dio,
non è una legge esterna.
Quella, è chiaro, è uguale per tutti.
Ma non agisci in base alla legge,
la legge ti dice cosa non devi fare.
Qual’ è la volontà di Dio positiva lo capisci solo dalle mozioni interne.
Se no dovremmo far tutti la stessa cosa.
E invece ognuno agisce diversamente
secondo la volontà di Dio su di lui
e questo è possibile nell’esame della coscienza.
Ritengo allora che questa inquadratura sia importante proprio per farci capire in cosa consiste,
e nel rivalutarlo.
Perché noi normalmente siamo abituati a fare l’esame “di” coscienza nei termini banali per vedere quante volte ho trasgredito le leggi.
Ecco, è giusto anche avere questa coscienza, e questa è tipica del bambino che si scontra con la norma,
ma non è questo l’esame della coscienza.
È qualcosa di più importante,
è una forma fondamentale di preghiera,
la forma più alta di preghiera, in cui la tua vita stessa concreta diventa preghiera.
Allora si capisce proprio il valore fondamentale che ha nella nostra vita apostolica questa forma di
preghiera perché ci permette l’azione apostolica e la rende apostolica.
E diventa poi principio di elezione e di azione apostolica.
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