mercoledì 14 agosto 2013

favorire la sobrietà significa, concretamente, incoraggiare nei periodi difficili di prova ed esigere la calma nei periodi di grandi entusiasmi.


Marina Štremfelj 
Centro Aletti 
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della 
sapienza dell’ascolto e della comunicazione
IL COLLOQUIO SPIRITUALE dovrebbe favorire…: 

5. Il colloquio spirituale dovrebbe favorire la sobrietà.
Chi è sobrio? Chi riesce a mantenere la sobrietà spirituale?
Prima di tutto bisogna dire che la sobrietà ha a che fare con l’equilibrio della persona integra, al quale si può giungere soltanto quando si conosce bene la meta che si vuole raggiungere nella vita.
Il fatto che il colloquio spirituale debba
favorire la sobrietà significa, concretamente,
incoraggiare nei periodi difficili di prova ed
esigere la calma nei periodi di grandi entusiasmi.
Significa aiutare a far ordine nella vita e a tener conto del suo ritmo;
favorire inoltre ad avere la mentalità, il modo di ragionare da ‘contadini’,
che sanno mettere insieme tutto e trovare il giusto equilibrio nel tener conto della natura, del tempo, della temperatura, del ritmo della terra, delle proprie forze, ecc.
E’ proprio tipico dello Spirito di Dio che vede tutto e tiene conto di tutto.
Altrimenti si rischia di assomigliare a un cagnolino che continuamente corre dietro ad ogni cosa che si presenta.
Ma la persona non può correre dietro ad ogni offerta che le viene fatta, dietro ad ogni frutto dell’albero che si presenta bello, desiderabile agli occhi e piacevole alla bocca.
La sobrietà, spiritualmente parlando, non è indifferenza, ma un equilibrio interiore, è frutto di una vita che conosce bene la meta ma, nello stesso tempo, è la più grande forza nel raggiungere la meta, in quanto tale equilibrio è sempre in funzione di questa meta.
Quindi la sobrietà diventa doppia forza nella vita interiore,
perché tiene unito tutto in modo che la persona intera collabori nell’andare verso una direzione.
E siccome la nostra meta è l’unione totale con l’amore divino, che è amore misericordioso,
allora  possiamo parlare anche del cammino salvifico della persona,
il quale ci aiuta a capire ancora di più quanto sia importante supplicare la grazia della sobrietà spirituale.   
Anche sant’Ignazio di Loyola ha scritto una regola
che aiuta moltissimo a mantenerci nell’equilibrio:
“Chi è consolato pensi a umiliarsi e a ridimensionarsi quanto più potrà,
pensando al poco che vale nel tempo della desolazione, senza quella grazia o consolazione.
Al contrario chi sta nella desolazione, pensi che, con la grazia sufficiente, può molto per resistere a tutti i suoi nemici, prendendo forza dal suo Creatore e Signore.”
 Nella vita è tanto facile lasciarsi guidare dai sentimenti.
Quando il sentimento è bello, ci si eleva, quando è brutto, si cade giù e così si vivono sempre degli estremi.
Non lasciarsi condizionare da questo:
ecco la sobrietà della mente sana e anche biblica.
Infatti oggi dicono: “Osanna, Osanna”, e domani: “Crocifiggilo!”. Questo è successo al Figlio di Dio.  

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