lunedì 12 agosto 2013

Non si tratta dunque primariamente della fiducia tra due persone, ma di arrivare alla fiducia in Dio e nella sua Provvidenza.


Marina Štremfelj 
Centro Aletti 
Il colloquio spirituale è un’arte che prende le dimensioni e i colori della 
sapienza dell’ascolto e della comunicazione
IL COLLOQUIO SPIRITUALE dovrebbe favorire…: 

3. Il colloquio spirituale dovrebbe favorire la fiducia, la fede e la libertà reciproca,
perché è possibile realizzarlo soltanto sulla “base della fiducia e
consiste perciò, non da ultimo, in un atteggiamento fiducioso tra le due persone.”
 Il compito dell’accompagnamento spirituale è di guidare la persona verso questa fiducia che però dovrebbe passare dalla fiducia interpersonale alla fiducia in Dio.
Non si tratta dunque primariamente della fiducia tra due persone,
ma di arrivare alla fiducia in Dio e nella sua Provvidenza.
Solo questa fiducia spirituale evita anche tanti problemi:
che la persona si attacchi alla guida, che diventi dipendente.
E’ importante la libertà reciproca,
che previene il pericolo di scambiare la guida con Dio, e
questo può avvenire
quando la guida comincia a sentirsi molto importante per la salvezza dell’altra persona, oppure
quando l’altra persona si attacca alla mano della guida,
anziché alla grazia, passata tramite la mano della guida.  
A proposito della fiducia, anche santa Teresa di Lisieux afferma che “è la fiducia, che deve condurci all’Amore...,
ma noi ci sforziamo d’andare a Dio con la fiducia e con qualcosa d’altro,
cercando qualche appiglio, qualche segno, qualche garanzia.
Ora, ciò che è proprio della fiducia è
il non cercare altra cosa,
il non appoggiarsi che sull’amore e la misericordia.
Se si cerca Dio con la fiducia e con qualcosa di altro, in verità si smette di avere fiducia e si perde tutto.”
 Ciò significa che non è tanto importante chiedersi continuamente si siamo perfetti, se siamo abbastanza bravi, buoni, forti, ma se siamo fiduciosi.
Se noi non nutriamo una fiducia totale, conduciamo una vita a metà, che ci porta ad una grande disperazione, la quale può essere anche positiva se prende un esito buono.
La disperazione non avviene perché “condannati da Dio, ma… condannati da noi stessi, vedendoci incapaci della fiducia che ci salverebbe.
Bisogna passare per una tale disperazione attenuata, perché muoiano le radici orgogliose che ne sono all’origine…, perché la fiducia sbocci... L’orgoglio muore disperando.”
Dopo aver sperimentato i frutti della fiducia, si guarisce anche da altre malattie, soprattutto delle paure.
I santi sono testimoni che, con il fatto di crescere nella fiducia e nell’abbandono nelle mani di Dio, contemporaneamente vedevano diminuire in loro le varie paure di fronte alle prove, alla sofferenza, alla croce, alla morte.
Prima o poi dobbiamo ammettere che, a prescindere dalle cose che facciamo, non potremo mai evitare le prove nella vita.
Quindi è inevitabile pensare di non fare nella vita anche degli sbagli.
Perciò è importante sapere che credere significa essere convinti che i misteri della fede hanno una forza che salva e fa progredire, malgrado i nostri peccati, malgrado gli sbagli che possiamo fare, malgrado il fatto che le cose che ci possono tormentare siano tante.
Con questa fede che ci apre a nuove visioni, cambia la prospettiva, cambia la luce, cambiano i colori. Infatti, quando si crede nella Provvidenza di Dio, malgrado gli sbagli, le cadute, la Provvidenza stessa ci farà progredire nella vita, ci farà andare avanti comunque.
In una parola, ciò significa credere che “la tua fede ti ha salvato”, che ti ha salvato l’amore divino, nel quale hai creduto.
Infatti, nessun bene è perfettamente conosciuto se non è perfettamente amato.  

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