lunedì 24 giugno 2013

I più grandi asceti, come Sisoe il Grande, affermano sul letto di morte: « Mi pare di non aver neppure cominciato a pentirmi »


Tappe ascetiche e aspetti pratici della Preghiera di Gesù
 O. Clement, J. Serr, LA PREGHIERA DEL CUORE, ed.Ancora

La prima tappa
 – e il fondamento delle altre due –
è dunque
quella del pentimento, la praxis, l’azione ascetica.
Per l’Oriente cristiano che non ama le opposizioni,
e che resta pudico e quasi segreto sugli esiti della vita spirituale,
non c’è contrasto tra azione e contemplazione:
l’azione suprema è l’opera della preghiera. 
Chi si dedica alla praxis ascetica
è il solo vero attivo;
le altre “azioni” umane sono troppo spesso
il risultato gesticolante di una grande passi­vità interiore,
di una sottomissione inconscia alle passioni individuali o collettive.

« Il pentimento
– dice S. Isacco il Siro –
conviene sempre e a tutti,
al peccatore come al giusto ».
E aggiunge:
« Fino all’istante della morte,
il pentimento non è mai compiuto,
né nella durata, né nelle sue opere ».
I più grandi asceti, come Sisoe il Grande,
affermano sul letto di morte:
« Mi pare di non aver neppure cominciato a pentirmi ».
I monaci, sapendo che era gravemente ammalato,
si erano riuniti al suo capezzale,
per raccogliere il suo ultimo messaggio;
non ne ebbero altri,
ma questo era decisivo.

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