So di aver promesso di iniziare con metodo alcuni testi impegnativi ma preferisco, se tu lo permetti, su testi estrapolati di autori che prenderemo a maestri più avanti.
Oggi è il turno di Henri J.M. Nouwen (1932 - 1996) è uno dei più grandi autori spirituali del nostro tempo. Ha insegnato presso le Università di Notre Dame, Harvard e Yale, e ha condiviso gli ulimi anni della sua vita con gli handicappati mentali, come pastore della comunità dell'Arche Daybreak di Toronto, in Canada. Un autore che occupa uno scaffale della nostra libreria
Una vita senza un luogo isolato (la vita ci dona questi luoghi e questi tempi, sta a noi sceglierli con libertà per farne il nostro centro, scoprendoli come quello che ci viene dato),
vale a dire una vita senza un centro tranquillo,
facilmente diventa distruttiva.
Quando ci basiamo sui risultati del nostro operare come unica via
per acquisire una nostra identità,
allora diventiamo possessivi,
ci mettiamo in difesa e siamo portati a vedere gli esseri umani, nostri simili,
più come nemici da tenere lontani
che come fratelli con i quali condividere il dono della vita.
Nella solitudine, possiamo a poco a poco smascherare
l'illusione che ci rende tanto possessivi,
e scoprire nel centro del nostro essere,
che siamo non ciò che possiamo conquistare,
ma ciò che ci viene dato.
Nella solitudine possiamo ascoltare la voce
di colui che ci ha parlato prima
che potessimo pronunciare una sola parola,
che ci ha guariti prima
che potessimo fare una qualsiasi richiesta di aiuto,
che ci ha resi liberi molto prima
che potessimo liberare gli altri,
e che ci ha amati molto prima
che potessimo amare qualcuno.
In questa solitudine,
scopriamo che l'essere è molto più importante dell'avere
e che valiamo più che i risultati dei nostri sforzi.
Nella solitudine scopriamo che la nostra vita
non è un possesso da difendere,
bensì un dono da condividere.
Nella solitudine diventiamo consapevoli
che il nostro valore non corrisponde alla nostra utilità.
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