Oggi ho voluto soffermarmi su un testo parziale di un commento alla festa di Pentecoste di Don Vincenzo Cuffaro. Credo che frequentando il movimento abbia capito quanto è importante per noi il dono che Gesù ha chiesto per noi al Padre.
Proseguendo nella lettura del testo, viene suggerita un’altra conseguenza della presenza dello Spirito nel cuore dell’uomo, o segno visibile da cui si può dedurre da quale spirito siamo guidati:
“non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: <<Abbà! Padre!>>. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio” (vv. 15-16).
La condizione di colui che riceve lo Spirito di Dio è la liberazione da ogni forma di paura, perché lo Spirito di Dio è uno Spirito di forza, uno Spirito da figli “per mezzo del quale gridiamo: <<Abbà! Padre!>>” (v. 15).
La paura è la condizione di chi sta sotto il dominio di Satana, il quale, quando influisce sui pensieri di una persona, suole comunicare i suoi stessi sentimenti:
il pessimismo,
la sfiducia,
l’interpretazione malevola e negativa di ogni evento o gesto,
la mancanza di perdono,
la convinzione che l’amore non esista.
Ma comunica anche sentimenti non suoi, che gli tornano utili per i suoi obiettivi di distruzione:
il senso di fallimento e di demotivazione,
l’idea di essere inerme e indifeso,
l’attesa ansiosa di un male che incombe,
la convinzione di essere isolato da tutti e abbandonato a se stesso.
La sintesi di tutte queste cose genera infine la paura.
Nessun commento:
Posta un commento