martedì 21 maggio 2013

La condizione di colui che riceve lo Spirito di Dio è la liberazione da ogni forma di paura, perché lo Spirito di Dio è uno Spirito di forza,

Oggi ho voluto soffermarmi su un testo parziale di un commento alla festa di Pentecoste di Don Vincenzo Cuffaro. Credo che frequentando il movimento abbia capito quanto è importante per noi il dono che Gesù ha chiesto per noi al Padre.
Proseguendo nella lettura del testo, viene suggerita un’altra conseguenza della presenza dello Spirito nel cuore dell’uomo, o segno visibile da cui si può dedurre da quale spirito siamo guidati:
“non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: <<Abbà! Padre!>>. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio” (vv. 15-16).
La condizione di colui che riceve lo Spirito di Dio è la liberazione da ogni forma di paura, perché lo Spirito di Dio è uno Spirito di forza, uno Spirito da figli “per mezzo del quale gridiamo: <<Abbà! Padre!>>” (v. 15).
La paura è la condizione di chi sta sotto il dominio di Satana, il quale, quando influisce sui pensieri di una persona, suole comunicare i suoi stessi sentimenti:
il pessimismo,
la sfiducia,
l’interpretazione malevola e negativa di ogni evento o gesto,
la mancanza di perdono,
la convinzione che l’amore non esista.
Ma comunica anche sentimenti non suoi, che gli tornano utili per i suoi obiettivi di distruzione:
il senso di fallimento e di demotivazione,
l’idea di essere inerme e indifeso,
l’attesa ansiosa di un male che incombe,
la convinzione di essere isolato da tutti e abbandonato a se stesso.
La sintesi di tutte queste cose genera infine la paura.

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