giovedì 19 dicembre 2013

Così ha luogo nel cristiano una nuova incarnazione di Cristo, che equivale ad una resurrezione dalla morte in croce.


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 5. - CROCE RESURREZIONE - TESTAMENTO

Più l’anima si innalza verso Dio,
più si sprofonda in se stessa:
l’unione avviene nell’intimo dell’anima, nel suo fondo estremo.
Credere vuol dire anche occuparsi di quella realtà di cui tutte le verità della fede parlano:
Dio.
Allorché l’anima, in questo suo abbandono totale,
sperimenta l’abbraccio dell’oscuro e incomprensibile Iddio,
abbiamo la contemplazione oscura,
che Dio stesso partecipa all’anima sotto forma di luce e di amore al tempo stesso.
Sicché la propria perfezione personale,
l’unione con Dio
e l’azione che mira a perfezionare gli altri e ad unirli a Dio,
vengono a formare un solo complesso indivisibile.
Ma il passaggio obbligato è la croce.
E predicare la croce sarebbe cosa vana,
se non fosse in realtà espressione d’una vita vissuta in unione con il Crocifisso.
Il progressivo sgretolamento della natura apre sempre maggiore spazio
alla luce soprannaturale e alla vita divina.
Quest’ultima si impadronisce delle energie naturali,
trasformandole in energie divinizzate e spiritualizzate.
Così ha luogo nel cristiano una nuova incarnazione di Cristo,
che equivale ad una resurrezione dalla morte in croce.
L’uomo nuovo porta anche lui nel proprio corpo le stigmate di Cristo:
sono un ricordo della miseria del peccato da cui egli è sorto a nuova vita,
ma anche del caro prezzo con cui questa è stata pagata.
Gli resta inoltre il dolore e la nostalgia di una vita piena e completa,
fino a quando non potrà entrare nella luce senza ombre,
passando attraverso la porta della effettiva morte corporale.
L’unione nuziale dell’anima con Dio è il fine per cui essa fu creata,
pagato con la croce, consumato sulla croce
e sigillato con la croce per tutta l’eternità “.
È ben diverso essere uno strumento,
quanto si voglia eletto,
e possedere la grazia.
Non dobbiamo giudicare
e dobbiamo aver fiducia nella imperscrutabile misericordia di Dio.
Non dobbiamo neppure perdere di vista gli ultimi eventi.
Dopo ogni incontro, in cui sento sempre più l’impotenza di ogni azione diretta,
si acuisce in me un desiderio ardente di essere holocaustum,
che si definisce sempre più in un hic Rhodus, hic salta.
Può anche darsi che la forma di vita attuale non ci sembri la più adeguata,
in fondo che cosa ne sappiamo?
Ma una cosa è certa,
che noi viviamo qui ed ora per ottenere la nostra salvezza
e quella di coloro che ci sono affidati.
E allora vogliamo aiutarci,
pregando l’uno per l’altro in questo tempo santo,
affinchè impariamo sempre più, ogni giorno, ogni ora, a costruire nell’eternità,
non è vero?

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