sabato 16 novembre 2013
riconosco quanto sia «ragionevole» la mia fiducia nel braccio che mi sostiene
Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 2. - LA RICERCA DELL’ESSERE
Nel mio essere dunque mi incontro con un altro essere,
che non è il mio,
ma che è il sostegno e il fondamento del mio essere,
di per sé senza sostegno e senza fondamento.
Per due strade posso giungere a riconoscere l’Essere eterno
in questo fondamento del mio essere che incontro in me stesso.
L’una è la via della fede:
quando Dio si rivela come l’essente,
il creatore e il conservatore,
e quando il Redentore dice:
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna
queste sono risposte chiare all’interrogativo concernente
l’enigma del mio proprio essere.
E quando Dio, per bocca dei Profeti,
mi dice che mi è più fedele del padre e della madre,
che è l’amore stesso,
allora riconosco quanto sia «ragionevole» la mia fiducia nel braccio che mi sostiene,
e quanto sia stolto ogni timore di cadere nel nulla,
a meno che non mi stacchi io stesso dal braccio che mi sorregge.
Proprio per il senso della creazione, il creato non può essere una copia perfetta,
ma solo un’« immagine parziale»,
un «raggio riflesso»:
Dio, eterno, increato ed infinito,
non può creare una cosa identica a sé,
perché non può esserci un secondo essere eterno,
increato ed infinito.
L’essenza più profonda dell’amore è di essere un dono.
Dio, che è amore, si dona a tutte le creature che egli ha creato per amore.
L’amore è però vita nel grado più perfetto:
essere che si dona eternamente,
senza subire diminuzioni,
che porta frutti eternamente.
Il cuore è il vero e proprio centro della vita,
è l’organo del corpo alla cui attività è legata la vita fisica.
Ma di solito il cuore viene inteso anche
come il profondo dell’anima,
evidentemente perché esso partecipa più fortemente
a quanto accade nel profondo dell’anima, perché in esso si sente più chiaramente che altrove il legame tra anima e corpo.
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