mercoledì 27 novembre 2013

Dov’è allora la freschezza mattutina dell’anima?


Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 3. - PREGHIERA - MEDITAZIONE

Dalla soddisfazione di sé di un «buon cattolico»,
che «fa il suo dovere», legge un «buon giornale», «vota il partito giusto»,
ma altrimenti fa quello che gli pare,
c’è un lungo cammino da percorrere fino a poter vivere una vita
con la mano nella mano di Dio,
guidata dalla sua mano,
con la semplicità del bambino
e l’umiltà del pubblicano.
Ma chi ha percorso una volta quella strada non torna più indietro.
Il nostro animo è per natura pieno di sentimenti, tanto che l’uno soppianta sempre l’altro
e tiene il nostro cuore in continuo movimento,
spesso in tumulto ed inquietudine.
Quando ci svegliamo la mattina,
i doveri e le preoccupazioni del giorno cominciano già a molestarci
(se non hanno già disturbato il riposo notturno).
Allora si pone la domanda inquietante:
Come si può risolvere tutto questo in un giorno?
Quando farò questo, quando quello?
Come devo affrontare questo o quel problema?
Ci si vorrebbe scuotere e dar subito da fare.
Allora bisogna prendere in mano le redini della situazione e dire: 
calma! 
Soprattutto ora, nulla mi deve disturbare.
La mia prima ora del giorno appartiene al Signore.
Voglio incominciare il lavoro giornaliero che il Signore mi affida,
lui mi darà la forza di portarlo a termine.
Voglio accostarmi all’altare di Dio.
Non per me e per le mie piccole preoccupazioni,
si tratta del grande sacrificio di riconciliazione.
Così comincia il lavoro giornaliero:
magari a scuola, quattro o cinque ore di seguito.
Ciò significa essere presenti,
ogni ora in una situazione diversa.
In questa o quell’ora non si riesce ad ottenere ciò che si voleva,
o forse non succede mai.
Stanchezza, interruzioni impreviste, difficoltà degli alunni,
un cumulo di fatti spiacevoli, inquietanti, angoscianti.
Oppure il lavoro d’ufficio:
relazioni con superiori e colleghi sgradevoli,
pretese impossibili, rimproveri ingiusti, meschinità,
e ancora difficoltà di ogni genere.
Arriva mezzogiorno.
Sfiniti, spossati, si torna a casa.
E magari ti aspettano altri guai.
Dov’è allora la freschezza mattutina dell’anima?
Di nuovo ci si vorrebbe agitare ed infuriare:
sdegno, rabbia, rincrescimento.
E ancora tanto da fare fino a sera!
Si deve subito ricominciare?
No, non prima che sia sopraggiunta,
almeno per un istante, un po’ di pace.

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