giovedì 8 maggio 2014
Su questo piccolo gruppo, la Chiesa si è edificata e nessuno può entrare nella Chiesa se prima non riconosce la testimonianza di questo piccolo gruppo
Emmaus
Ma qui sorge un dubbio:
Che cos'ha l'esperienza spirituale qui descritta di specificatamente cristiano?
Tutti gli uomini devono superare l'angoscia, la tristezza, la disfatta.
Fanno senza saperlo un'esperienza del Cristo risorto?
O forse illudiamo noi stessi attribuendo questa esperienza a Dio?
Vi è un'altra ipotesi:
il nostro modo di affrontare il brano dei pellegrini di Emmaus non è forse quello buono. Il brano non è solo l'espressione dell'immagine della spiritualità cristiana;
esso è dato come racconto di un avvenimento, e di un avvenimento fondamentale che non può ripetersi.
L'evangelista precisa il luogo, la data e il nome di uno dei due pellegrini. Nulla ci permette di fare astrazioni da questi indizi.
Ma il nostro più grande errore di lettura è stato quello di considerare il punto di vista del pellegrino, mentre il racconto è interamente costruito intorno all'intervento di Gesù. I pellegrini non sono che il punto di passaggio privilegiato, il cui ruolo è unico e insostituibile; e noi non abbiamo il diritto, neanche nello spirito, di sostituirci alla prima generazione di cristiani.
Un piccolo gruppo d'uomini ha conosciuto Gesù prima della sua morte e dopo la sua risurrezione.
Su questo piccolo gruppo, la Chiesa si è edificata e nessuno può entrare nella Chiesa se prima non riconosce la testimonianza di questo piccolo gruppo guidato dagli apostoli, di cui fanno parte Cleopa e il suo compagno.
Mons. CHARLES
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