martedì 7 gennaio 2014

Formazione permanente è lasciare che il ritmo della propria vita venga sempre più plasmato e cadenzato dal ritmo e dai tempi dell'anno liturgico.


No, perché formazione permanente è grazia, grazia che viene dall'alto, dono del Padre-Dio, educatore e formatore delle anime nostre, che ogni giorno provvede a plasmare in noi l'immagine del Figlio, in modi solo in parte a noi noti e da noi previsti, ovvero nella libertà dello Spirito.
L'abbiamo specificato nel sottotitolo: se da un lato la formazione permanente è fenomeno naturale e ordinario, componente e caratteristica essenziale del cammino evolutivo della vita presbiterale e religiosa, è anche e soprattutto azione di Dio, dunque dono, dunque grazia!
La trattazione è divisa in tre parti. 
Nella prima si cercherà essenzialmente di definire il concetto di formazione permanente, ponendo tale realtà in relazione con la stagione di rinnovamento che a vari livelli stiamo vivendo, e con quel cammino di rinnovamento che interessa in particolare la vita consacrata e l'identità presbiterale.
Nella seconda e terza parte si affronterà il problema strategico della formazione permanente, cioè il problema del rapporto con il tempo e del ritmo che lo stesso rapporto col tempo imprime alla vita. Nella seconda parte il tempo che scorre implacabile è visto come sfida per il vivente, che dovrà dunque imparare a vivere la sfida in modo costruttivo, come opportunità per crescere, lungo il ritmo dell'esistenza quotidiana, settimanale e mensile. Nella terza parte il tempo è visto come dono, dono che sottolinea la dimensione gratuita della formazione permanente, che s'articola lungo l'anno liturgico scandita dai misteri della vita del Signore Gesù.
Formazione permanente è lasciare che il ritmo della propria vita venga sempre più plasmato e cadenzato dal ritmo e dai tempi dell'anno liturgico.

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