lunedì 15 luglio 2013
La paternità e la maternità sono “spirituali” perché generano alla docilità al principio della santificazione, cioè allo Spirito Santo
Continua la introduzione di
Marina Štremfelj
Centro Aletti
Il colloquio spirituale è un’arte
che prende le dimensioni e i colori
della sapienza dell’ascolto e della comunicazione
2. L’argomento a me richiesto richiederebbe una riflessione sullo Spirito Santo, che noi in
questo contesto non possiamo che lasciare per presupposta. Infatti, su queste cose non
possiamo parlare se non in riferimento alla fonte della vita.
Non è un caso che nella nostra fede professiamo:
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita.
I nostri aiuti non possono dipendere solo dalle capacità intellettuali,
perché Dio nella Scrittura ci dice:
“Distruggerò la sapienza dei sapienti … Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?” (1Cor 1,19), perché la sapienza secondo la carne sarà distrutta.
La Sapienza divina trova il suo vero principio solo nel dono dello Spirito Santo.
Crescere nella sapienza non è altro che lasciarsi educare al rapporto filiale verso il Padre (cf. Gv 14,31), l’unico ambito in cui si può collocare il colloquio spirituale.
La paternità e la maternità sono “spirituali”
perché generano alla docilità al principio della santificazione,
cioè allo Spirito Santo,
Colui che ha il potere di far sorgere il mondo di Dio,
come ha fatto
al momento della creazione,
all’incarnazione
e poi risuscitando Cristo
e predisponendo in noi il germe della risurrezione.
La nostra fede ci invita da sempre ad invocare lo Spirito Santo
per il rinnovamento della terra, del mondo, dell’umanità, per la trasfigurazione della realtà, per la riconciliazione.
Noi, persone religiose siamo chiamate a rimanere fedeli all’onda dei profeti della Bibbia,
gridando prima di tutto:
“Mandi il tuo spirito... e rinnova la faccia della terra!” (Sal 104,30).
Ecco la nostra missione: un insegnamento vivo che, da corpo a corpo, da bocca ad orecchio, da cuore a cuore trasmetta l’arte della sequela e soprattutto trasmetta lo Spirito Santo, ricevuto in dono per animare, aiutare, e, nel caso del bisogno, anche consolare ogni persona.
Credo che per questo padre Cleopa, monaco della Romania, afferma che “l’essenza di un monastero sono i padri.”
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