Dal Catechismo degli Adulti, La verità vi farà liberi, nn. 934-5
“Il cammino, a parte vocazioni molto particolari,
non deve essere solitario.
I fratelli sono poveri come noi,
ma sono cooperatori di Dio per la nostra santificazione.
E’ importante l’inserimento in un gruppo di formazione,
in una esperienza concreta di Chiesa.
E’ prezioso,
e almeno in alcuni momenti necessario,
un consigliere o direttore spirituale.
Si tratta di un educatore che,
servendosi prevalentemente del dialogo,
aiuta a discernere la volontà di Dio (prima su se stesso)
e a compierla.
Viene scelto liberamente
e mantenuto stabilmente,
perché possa conoscere bene,
consigliare con chiarezza,
istruire,
stimolare,
correggere con gradualità.
E’ preferibile che sia un sacerdote,
anzi il confessore;
ma può essere anche un’altra persona,
purché abbia le qualità necessarie:
pietà, zelo , umiltà, equilibrio, scienza, esperienza, bontà, disinteresse, riservatezza.
Al consigliere spirituale si deve aprire il cuore con sincerità e fiducia.
Le sue direttive vanno seguite con docilità.
Infine il cammino spirituale
per non rimanere velleitario,
deve darsi un’appropriata disciplina.
Contro la pigrizia e le eventuali crisi di scoraggiamento (fin dall'inizio deve esserci la decisione di continuare il rapporto anche durante la notte dello spirito; questa decisione farà rispettare gli appuntamenti anche al buio fino a quando si uscirà dal tunnel)
occorre seguire un programma di vita, realistico,
commisurato alle proprie possibilità, flessibile,
ma con alcuni punti fermi.
Ognuno deve camminare con il suo passo, ma con perseveranza.”
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