giovedì 5 dicembre 2013
Egli la guida attraverso vie oscure, come se fosse cieca, senza che sappia nemmeno dove stia andando
Edith STEIN, LA MISTICA DELLA CROCE
Capitolo 3. - PREGHIERA - MEDITAZIONE
L’anima lascerà a Dio mano libera di operare in lei
ciò che egli mira ad ottenere con tali largizioni soprannaturali.
Essa invece si contenterà di starsene nell’oscurità della fede,
perché ormai non solo ha imparato,
ma anche sperimentato, che tutto ciò non è Dio né è in grado di porgerle Dio,
mentre possiede nella fede tutto ciò che le è necessario:
Cristo stesso, che è l’eterna sapienza, e in lui l’incomprensibile Iddio.
Sarà tanto più disposta a questa rinuncia e alla perseveranza,
quanto più a fondo sarà già stata purificata nella notte oscura.
Siccome la ragione naturale non può afferrare la luce divina,
deve essere condotta nell’oscurità dalla contemplazione.
Perciò l’anima deve considerare l’aridità e il buio come fausti presagi,
come segni che Dio le sta al fianco per liberarla da se stessa,
strappandole di mano l’iniziativa.
Certo, avrebbe potuto far molto da sola,
ma non sarebbe certo arrivata ad un’azione
così completa, radicale e stabile
come quella che subisce ora
che Dio stesso la prende per mano.
Egli la guida attraverso vie oscure,
come se fosse cieca,
senza che sappia nemmeno dove stia andando.
Però è sicura di viaggiare su strade
che non avrebbe mai scoperto,
nonostante tutto il suo affannoso vagare e guardare dappertutto.
Fa grandi progressi senza neppure accorgersene, pensando anzi di essere perduta.
Si è già espressa precedentemente l’idea
che le sofferenze della notte oscura
sono una partecipazione alla passione di Cristo,
specialmente al dolore più lancinante:
l’abbandono da parte di Dio.
Ciò ha ricevuto un’ulteriore esplicita conferma nel «Cantico spirituale»
(di Giovanni della Croce).
In questo, il desiderio ardente del Dio nascosto è il tormento
che domina tutta la via mistica.
Non s’arresta neppure nella felicità dell’unione nuziale.
Anzi - in un certo- senso - aumenta di intensità
man mano che cresce la conoscenza e l’amore di Dio,
perché diventa sempre più tangibile il presentimento
di ciò che la chiara visione di Dio in gloria ci dovrà portare.
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